Dopo tre giorni di discussione, passano i nuovi conti con più contributi per enti e associazioni
PESCARA Il sindaco Marco Alessandrini l’ha definita «una scalata dell’Everest». Ci sono voluti tre giorni di discussione in consiglio comunale per rabbonire gli animi e spegnere gli ultimi campanelli di allarme. In un clima appesantito da settimane di accuse per le scelte dell’amministrazione, di alzare al massimo le aliquote delle imposte comunali e coprire così il disavanzo di 4 milioni e 280 mila euro, la manovra di bilancio da 4 milioni e mezzo di euro è stata votata ieri mattina dalla maggioranza di centrosinistra. Contrarie le opposizioni, con il centrodestra e il Movimento cinque stelle che per la prima volta si sono trovati concordi nel denunciare «sprechi, inerzie e inefficienze» di questi primi cento giorni di governo cittadino, arrivando a chiedere la testa dell’assessore al Bilancio Bruna Sammassimo e del presidente della commissione Finanze Giuseppe Bruno. Al termine della votazione in aula, su 31 consiglieri presenti, i favorevoli alla delibera di approvazione del bilancio di previsione 2014 e del pluriennale 2014-2016 sono i 21 membri della coalizione di maggioranza. I 10 rappresentanti di Forza Italia, Ncd, Pescara futura e Movimento 5 stelle si sono invece espressi per il “no”. Un’opposizione netta, motivata dalla bocciatura del subemendamento delle minoranze all’emendamento tecnico licenziato dalla commissione Finanze. La proposta, che non ha ottenuto il via libera del consiglio, prevedeva di destinare 88 mila euro a un fondo destinato al pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie degli utenti disabili, e altri 315 mila euro al sostegno del reddito di famiglie e contribuenti. «Hanno preferito destinare somme e contributi a pioggia ad associazioni culturali e turistiche non meglio identificate», spiega la capogruppo pentastellata Enrica Sabatini, «il nostro subemendamento non è stato nemmeno valutato dal punto di vista tecnico, e l’opposizione è stata schiacciata dalla ghigliottina». Una posizione condivisa anche dai partiti di centrodestra. L’emendamento del centrosinistra, tra i vari tagli al bilancio, prevede un innalzamento di alcune voci di spesa. Figurano ad esempio 7mila euro per la realizzazione del gattile comunale, 11mila euro in più per l’Enpa (che si aggiungono ai 25mila già previsti, facendo così lievitare la somma a 36mila euro), altri duemila per il canile in aggiunta ai 40mila già inseriti in bilancio. E colpiscono soprattutto le somme destinate alla presidenza del consiglio guidata da Antonio Blasioli: 2.500 euro per “servizi giornalistici e pubblicazioni” e 15mila euro (più altri 10mila già in bilancio) per le dotazioni del presidente. In aggiunta, ci sono fondi sostanziosi per il sociale, la cultura, il turismo e i relativi enti e associazioni menzionati in maniera generica. Complessivamente, la manovra di bilancio peserà sulle casse dell’ente per 4 milioni e mezzo di euro. Le critiche più dure piovono dal centrodestra, che contesta la decisione di utilizzare l’inatteso tesoretto statale da 2 milioni e 112 mila euro (il risultato di partite arretrate dell’Imu) per coprire il disavanzo, anziché alleggerire la pressione fiscale. «L’amministrazione è mille volte colpevole», ha sbottato Marcello Antonelli (Forza Italia), «si sarebbe potuta evitare almeno la stangata sull’Irpef, non raddoppiando l’addizionale comunale». Il riferimento è alla comunicazione sul finanziamento del ministero dell’Economia e delle Finanze, datata 19 settembre, ma arrivata a conoscenza della giunta solo lo scorso venerdì, quindi a giochi fatti. Per questa ragione le opposizioni, compatte, hanno chiesto le dimissioni dell’assessore Sammassimo e del presidente della commissione Finanze, in quota Liberali, Bruno. «Non si tratta di buona o cattiva fede», rincara la dose Guerino Testa (Ncd), «siamo stati presi in giro tutti. Gli uffici tecnici avrebbero dovuto controllare. Il centrosinistra si è dimostrato sordo e cieco, preferendo distribuire contributi a pioggia senza fare un elenco delle priorità». Carlo Masci (Pescara futura) definisce l’atteggiamento di Alessandrini «vetero statalista», in quanto «l’unica cosa di sinistra che ha fatto è stata alzare le tasse».