IMPERIA - «Taglieremo le teste di chi dirige questa azienda che sta salvando i bilanci con i nostri soldi». Una battuta macabra ma che ben inquadra il clima vissuto dai lavoratori della Riviera Trasporti, ieri riuniti in presidio davanti alla sede di via Nazionale proprio mentre stavano entrando - transitando da quel cortile - i soci (Provincia, cda aziendale, sindaci dei principali comuni) per un incontro per parlare di bilancio e di futuro.
Esasperati, in mano la busta paga con le decurtazioni dovute alla disdetta del contratto integrativo, il numeroso gruppo di lavoratori ha ricordato i motivi dello sciopero che nella giornata di ieri, a parte le fasce orarie protette, ha letteralmente paralizzato la provincia. Cento per cento l'adesione, bus fermi, centinaia di lavoratori, studenti e anziani ancora una volta costretti ad arrangiarsi.
Dentro al palazzo Rt, dietro la pesante porta della sala riunioni, si discuteva il piano economico e patrimoniale-finanziario. «Per quanto riguarda l'aspetto economico - spiega l'assessore provinciale Antonio Parolini - nel 2014 la perdita sarà ridimensionata, nel 2015 si arriverà al pareggio. Sul discorso patrimoniale bisogna vedere come ci si può muovere, il cda sta lavorando alla situazione debitoria e ci aggiorniamo tra 30 giorni».
La cura dimagrante interna e i contributi stabiliti per i 67 Comuni che usufruiscono del servizio pare funzionare: da 3 milioni e 800mila euro di buco del 2013 si è passati a circa due milioni nel 2014 e la prospettiva è di chiudere in pareggio nel 2015, anno in cui entreranno i soldi di tutti i 67 Comuni, piccoli e grandi, che usufruiscono del servizio secondo il nuovo accordo di programma. Diverso il discorso patrimoniale e debitorio, che coinvolge banche e investimenti che deve comunque essere affrontato prima di arrivare all'agenzia unica. Nel 2015 avremo un anno di proroga del servizio attuale, già normato da apposita "leggina": Riviera Trasporti, risolvendo il rischio default, potrebbe continuare ovviamente a gestire il servizio e - se lo volesse - partecipare alla gara da sola o consorziandosi con le altre società di trasporto.
Fuori dall'edificio i lavoratori attendevano notizie: «Sono passati quasi due mesi dalla rottura delle trattative - spiegano Fabrizio Ioanna (Cgil), Leo Balbo (Uil), Roberto Cazzola (Cisl) e Lorenzo Reineri (Ugl) - nell'inerzia, nel vuoto totale delle istituzioni. La vertenza va avanti per recuperare il cento per cento dell'integrativo.
Dov'è la Provincia, dov'è la Prefettura? Possibile che nessuno si accorga di quanto sia stata compromessa la mobilità di questa provincia applicando la disdetta degli integrativi? La gente se la prende con noi, i cittadini sono esasperati ma nessuno se ne sta interessando». Con una buona gestione e un po' più di attenzione nell'organizzazione del servizio i conti potrebbero tornare: «C'è un servizio di bigliettazione obsoleto, corse che non sono studiate sulle frequenze e sui reali bisogni della gente, autobus vecchi e malfunzionanti - continuano i sindacati - è come se si fosse pensato solo a introitare contributi senza prendere coscienza del tipo di azienda, del servizio essenziale che si andava a dare alla collettività.
Con la disdetta degli integrativi hanno risparmiato in un mese 55mila euro, la mancata vendita dei biglietti, dovuta alla disdetta, è pesata per 75mila euro. Ecco l'esempio».