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Pescara, 24/11/2024
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03/10/2014
Il Centro
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In fila per l’assegno di mobilità. Esodati, disoccupati, cassintegrati: crescono le richieste di aiuto agli sportelli dei patronati. Primavera (Inca-Cgil): la gente non ce la fa più, siamo diventati un vero centro d’ascolto |
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Istituzioni distanti I cittadini si sentono sempre più soli e fanno fatica ad ottenere risposte. È un disagio che avvertono anche i nostri operatori
PESCARA «Dietro ai numeri ci sono persone. Non sempre questa cosa viene percepita bene». Nicola Primavera, sindacalista di lunga esperienza, è il direttore provinciale del patronato Inca di Pescara, l’organismo che si occupa di “tutela individuale”. Chi del sindacato ha l’immagine di una casta ormai lontana dai lavoratori, se non estranea al mondo del lavoro reale, dovrebbe venire qui al piano terra di via Benedetto Croce: servizio di reception, sala gremita, impiegati indaffarati, pratiche che viaggiano da una stanza all’altra. Seduti in attesa: pensionati, esodati, donne in maternità, giovani, disoccupati, cassintegrati, infortunati, invalidi civili, immigrati, familiari di disabili. Le domande sono sempre le stesse: quando otterrò il mio primo assegno di pensione? Ho diritto ai contributi familiari? Che farò dopo la fine della Cassa integrazione? Che cosa devo fare per farmi riconoscere la malattia professionale? Riuscirò ad avere l’assegno di accompagnamento per mio figlio disabile? Come faccio ad arrivare alla fine del mese? «Con la crisi economica», spiega Primavera, «il nostro lavoro è aumentato ed è in qualche modo cambiato. Ormai non facciamo più solo consulenza, ma siamo chiamati a dare supporto psicologico. Siamo diventati veri e propri centri d’ascolto. Abbiamo a che fare con un numero crescente di persone che non ce la fanno più e che hanno bisogno di sostegno. Riscontriamo molta solitudine ed emarginazione, che possono portare anche a comportamenti patologici, basti pensare all’aumento del gioco d’azzardo. Questi cittadini, si sentono soli, e per loro è difficile farsi ascoltare dalle istituzioni». Paradossalmente il progressivo uso della telematica nell’amministrazione pubblica accentua questo disagio, soprattutto in alcune fasce di lavoratori e di anziani, e l’Inca si trova a fare da front-office di enti (con i quali ci sono anche accordi diretti) come Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, centro per l’impiego, direzione territoriale del lavoro. Uno sportello unico che tenta di mettere ordine e di dare senso al caos della burocrazia italiana. Un esempio di caos? Il 35% delle pensioni in Italia hanno un importo errato al momento della loro liquidazione. «Le istituzioni dovrebbero dare risposte più puntuali», dice Primavera, «e penso che anche il sindacato dovrebbe porsi un problema di tutela più complessiva». Nelle parole del sindacalista non c’è solo una richiesta di efficienza o efficacia dell’azione pubblica. Primavera pensa soprattutto alla domanda inevasa di aiuto. «Anche noi viviamo questo disagio, tanto che in queste settimane siamo impegnati in corsi di team-building (sono attività formative di gruppo, ndr) per essere in grado di sopportare questa crescente pressione psicologica». Ci sono naturalmente anche i numeri a tracciare il diagramma della crisi. Le pratiche affrontate registrano incrementi annui a due cifre: 18.850 pratiche nel 2013 contro le 14.593 del 2012. E corrispondono non solo alla caduta dell’occupazione (7.354 interventi per ammortizzatori sociali nel Pescarese su un totale regionale di 43.884), o alle varie leggi Fornero, ma anche all’aumento delle malattie professionali (1.400 nel 2013 contro le 772 del 2008) e delle invalidità civili (21.505 prestazioni in provincia di Pescara nel 2013, 76.188 in Abruzzo con pochissimi casi di revoche) che viaggiano in controtendenza rispetto alla diminuzione degli incidenti sul lavoro. Una forbice comprensibile, perché le dinamiche temporali sono diverse. «Rileviamo per esempio un aumento delle invalidità civili legate a malattie oncologiche», spiega Primavera. «Ora è vero che non abbiamo un registro regionale dei tumori, ma la nostra esperienza ci dice che la vicenda Bussi ha la sua importanza. C’è anche un grande problema di sicurezza ambientale nei posti di lavoro, e crescono gli effetti dell’inquinamento urbano».
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