«Se la Francia ha deciso così avranno i loro motivi e io sto con Hollande». Così il premier Matteo Renzi commenta, al termine del colloquio con Cameron a Londra, le polemiche e gli attacchi fatti dalla Germania a Parigi. «Noi rispettiamo il 3% - ha proseguito - ma rispettiamo anche le decisioni di un Paese libero come la Francia. E credo che nessuno abbia il diritto di trattare gli altri Paesi con lo stile con cui si trattano gli studenti».
«Rispettiamo decisioni di un paese libero e amico come Francia»
A Downing Street Renzi è stato accolto dal primo ministro britannico, David Cameron. A sei mesi esatti di distanza dal precedente incontro a Londra, Cameron ha ribadito l'importanza delle relazioni con l'Italia, definite «calde e calorose». Renzi, salutando Cameron ha poi fatto i complimenti al governo britannico, congratulandosi per il risultato del referendum scozzese: «Un fatto molto importante per l'Europa», ha commentato. «Ho promesso ad aprile che sarei tornato per presentare i risultati delle riforme - ha detto Renzi - e questo è stato possibile grazie a Cameron». Poi l’affondo e la replica alla cancelliera tedesca che aveva invitato i Paesi europei a «fare i compiti» sui conti pubblici: «Nessuno ha diritto di trattare gli altri Paesi come si trattano gli studenti», ha detto Renzi. E poi ha aggiunto in merito ai conti pubblici e sulla necessità di avere piu’ flessibilità da parte dell’Europa: «Noi rispettiamo il limiti che ci siamo dati del 3%, ma anche le decisioni di un paese libero e amico come la Francia. Noi rispettiamo la Francia e sto dalla parte di Hollande».
La politica estera
Al centro delle discussioni a Downing Street soprattutto l'Europa. Che, secondo Renzi, deve essere «più snella e "smart"», come ha detto salutando il premier Tory entrando nella sua residenza. Un'Unione che però, ha poi precisato Cameron, deve anche essere «più flessibile», in linea con la posizione di Parigi. Al centro dei colloqui tra i due primi ministri anche Isis, con la drammatica situazione in Iraq e Siria, che ha coinvolto direttamente la Gran Bretagna con la decapitazione di ostaggio britannico. Lo ha detto lo stesso primo ministro britannico, accogliendo Renzi a Downing Street. Tra i temi di politica estera anche l'Ucraina e la Libia.
Il discorso alla City: «Italy i s back!»
In serata, Renzi ha parlato alla City, spiegando quanto fatto e ha intenzione di fare finora in Italia. «Il cambiamento è appena iniziato - ha detto -: abbiamo fatto tanto in 7 mesi, possiamo essere soddisfatti di ciò che abbiamo raggiunto, ma dobbiamo fare di più». Più in dettaglio, il premier ha spiegato: «Il processo di riforme istituzionali in Italia avrà bisogno di un anno, per questo ora ci stiamo focalizzando sulle funzioni di una Camera, poi semplificheremo le funzioni dei governi locali rispetto a quello nazionale e poi la legge elettorale». Quindi, ancora specificando i tempi: «Semplificheremo il sistema fiscale con misure che saranno operative entro marzo 2015». Poi ha rassicurato sui conti del nostro Paese («Le finanze italiane sono solide e sostenibili») e sulla riforma del lavoro. È «la cosa più importante, sarà possibile farla nel prossimo mese al massimo» ha detto il premier, parlando del delicato tema dell’articolo 18: «Una mancanza di libertà per gli imprenditori - lo ha definito - questo è un problema. Noi vogliamo cancellare questo potere, ma anche pensare al futuro dello stato sociale in Italia», cancellando le divisioni «tra chi ha diritti e chi non ne ha». «Italy is back! L’Italia è tornata! - ha quindi concluso - . Ora siamo in grado di produrre il cambiamento che ci si chiede».
Infine, sguardo all’Europa. Renzi ha detto che per far fronte ad una quadro economico negativo ed evitare uno scenario di stagnazione e deflazione «serve una discontinuità significativa» nelle politiche economiche dell’Europa. «Se è solo austerità e regole astratte, il nostro continente non ha futuro» ha ribadito.