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Data: 03/10/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tercas, ora Chiodi attacca a testa bassa. L’ex governatore addossa le colpe del fallimento anche al centrosinistra

«Bisogna risalire ai tempi di Sindona per fare un paragone con quello che è accaduto alla Tercas». L'ex governatore Gianni Chiodi non ha peli sulla lingua ed esaminando le ultime vicende bancarie teramane addossa le colpe del fallimento imprenditoriale anche al centrosinistra «reo delle situazioni che si sono create in Banca Marche, Mps, Cassa di Risparmio di Genova e così via: una banca tra le più solide d'Italia è stata oggetto di una distruzione». Le colpe? «Beh, per prima del direttore generale Di Matteo». Quella di Chiodi è stata l'unica voce fuori dal coro, ieri mattina a Palazzo Melatino, durante la celebrazione della giornata europea delle fondazioni che ha visto anche la donazione delle ceramiche da parte del maestro Mattucci: «Fui crocifisso quando dissi che qui c'è stato un miliardo di euro di affidamenti concessi in maniera non chiara». Ora le vetrofanie rosse della nuova proprietà, la Banca Polare di Bari, campeggia su Corso San Giorgio e su tutte le filiali. Per il sindaco Brucchi «si è perso un riferimento importante per il territorio, vedremo cosa si vorrà fare della banca»: in tale contesto di crisi congiunturale annuncia la diluizione dei tempi di intervento sia per la realizzazione del nuovo teatro che per la ristrutturazione del teatro romano.
Per il presidente della fondazione, Mario Nuzzo, la nuova governance di Tercas evidenzia per contro un grande impegno dei Baresi. La sua impressione è dunque «positiva»: «La maggior parte dei componenti del cda sono dirigenti apicali utili per il rilancio della banca. Oltretutto il suo presidente, Gianluca Brancadoro, è personaggio di spicco, professore dell'Università di Teramo da molti anni, ha ricevuto incarichi importanti da Bankitalia e dal Mef, sicuramente una persona che ci dà il massimo delle garanzie per la conoscenza del territorio e per far rinascere Tercas».
Alla mancata ricapitalizzazione della nuova figura bancaria, Nuzzo dice di essersi dovuto adeguare ma la sua volontà è quella ancora di entrarvi con una quota: «Lo sviluppo del territorio rientra tra i nostri fini». Se vi sarà un aumento di capitale dove i vecchi soci saranno chiamati, Nuzzo, fa capire, è in prima fila.
Nessun abbraccio alle Bcc teramane dunque: «Mai sentito niente del genere» dice. Nella sua relazione dell'attività di Palazzo Melatino ha confermato per il 2014 lo stanziamento sul territorio di 5 milioni di euro, stessa cifra per il 2015. Chiaramente sarà il welfare ad attingere una quota significativa del tesoretto: «Andiamo ad aiutare le categorie deboli» è il suo commento, senza tralasciare cultura, musica, stagione lirica, balletto o teatro. «Le vicende che hanno colpito la banca non hanno avuto riflessi sulle nostre attività». Darà vita, in accordo con enti ed associazioni territoriali, ad un coordinamento provinciale in modo che le risorse non si disperdano. L'ultima parola la riserva alla sua speding review: «La continuiamo; con il nuovo contratto telefonico abbiamo risparmiato 1.500 euro».

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