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Data: 03/10/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Al bar con la 104, operai Sevel indagati per truffa. E la Cassazione cancella il reintegro di un dipendente

Tempi duri per i lavoratori della Sevel di Atessa accusati di aver abusato del permesso sulla legge 104 per assistere congiunti malati. Giorni fa la Corte d'Appello dell'Aquila ha ribaltato la sentenza del Tribunale del Lavoro di Lanciano che reintegrò un dipendente licenziato da Sevel per abuso del permesso 104. Ieri il pm Rosaria Vecchi ha alzato il tiro sotto il profilo penale chiedendo al gup di processare altri quattro lavoratori che avrebbero truffato l'Inps per andare a ballare, allenare una squadra di calcio, fare il barista o altre attività personali piuttosto che assistere i propri malati a casa o accompagnarli nel recupero psicofisico. Circostanze verificatesi nel 2012, allorquando i quattro presero permessi retribuiti, con la legge 104, per l'assistenza famigliare. Indagine chiusa e nata su denuncia della stessa Sevel che fece seguire e fotografare i dipendenti dai suoi 007 privati.
I quattro lavoratori vanno dal gup con l'accusa di truffa aggravata dal fatto di aver commesso abuso di prestazione d'opera. Gli imputati sono un operaio del reparto logistica, E.A., 53 anni, di Santa Maria Imbaro, che invece di assistere la madre disabile, nell'agosto 2012, secondo l’accusa sarebbe andato a ballare in un locale di Lanciano, in contrada Serre; un secondo operaio della verniciatura, A.T., 57 anni, di Ortona, che diceva di avere la madre con grave handicap, fece altre attività personali, nel mese di settembre, mentre un lavoratore della logistica, G.S., 43 anni, di Guardiagrele, nel congedo, a settembre e ottobre, allenava una squadra di calcio invece di assistere figlia e madre; infine un operaio di Termoli, M.I., 38 anni, in servizio al montaggio, sarebbe stato sorpreso, dal 23 al 27 gennaio 2012, a fare il barista in una caffetteria, di cui era socio al 50 per cento, durante una malattia.
Questo filone d'inchiesta inizialmente era nato contro 6 operai, ma due di loro, del reparto montaggio, entrambi di Rocca San Giovanni, di 43 e 39 anni, sono accusati di truffa semplice per avere preso permessi per fare cure e invece andavano a vendemmiare, nell'ottobre 2012. Nei loro confronti c'è un procedimento parallelo che culminerà nel giudizio diretto.
Una precedente indagine sulla legge 104 facile produsse i primi sette indagati, con processi ancora in corso. Nel frattempo sul caso del reintegro di un operaio la Corte d'Appello ha appena stabilito che il licenziamento era legittimo. «Il dipendente ha leso irrimediabilmente il rapporto fiduciario con Sevel, dato che non ha svolto alcuna attività assistenziale per l'82% del tempo concesso a titolo di permesso 104». Usando il pugno di ferro Sevel ha finora licenziato e denunciato una quindicina di persone.

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