PESCARA Spunta anche il nome di Luciano D’Alfonso nell’indagine Re Sole per cui sono agli arresti domiciliari il super dirigente della Regione Antonio Sorgi e il dirigente del Comune di Francavilla Antonio Giordano, segretario della commissione aggiudicatrice della gara di appalto per l’ampliamento del cimitero di Francavilla per un importo di 2,4 milioni di euro. Nell’inchiesta sono indagate altre nove persone tra cui gli altri quattro componenti della commissione, i soci del consorzio con cui Sorgi, schermato da una azienda intestata alla moglie, cercava di vincere l’appalto, i soci del consorzio concorrente oltre al sindaco di Francavilla e una dipendente del protocollo del Comune.
L’AUDIZIONE A LUGLIO
Il governatore abruzzese è stato sentito come persona informata dei fatti dalla Pm Picardi della Procura all’Aquila nella prima metà di luglio in una fase probabilmente conclusiva di tutto il lavoro investigativo svolto dalla Mobile di Pescara. Nell’ordinanza il governatore compare solo una volta, quando cioè il Gip, riferendo del desiderio di Sorgi di vincere la gara, spiega come il dirigente pubblico fosse pronto a battere più strade. Non solo quindi, quella legata all’ipotesi di reato della turbativa d’asta agendo sulla commissione preposta a valutare le offerte ma anche quella di rivolgersi proprio all’ex sindaco di Pescara D’Alfonso ”il quale, secondo Sorgi - dice il Gip - avrebbe potuto fare trait d’union con il sindaco di Francavilla”. Il Gip non dice se ci sono stati contatti tra i due: si parla del 2013 quando D’Alfonso non è ancora neanche candidato. Nel corso dell’audizione, D’Alfonso avrebbe negato rapporti con Sorgi collegati all’appalto. Chiamato in causa ieri, il governatore ha detto di non voler rispondere «per rispettare la segretezza del lavoro dei magistrati». Idem anche per la domanda se abbia mai incontrato Sorgi.
«UN SORGI QUALUNQUE»
Rapporti tra Sorgi e D’Alfonso, invece, se ne trovano da quando il governatore entra in carica quest’anno: Sorgi è alla sua destra nella prima riunione quando D’Alfonso entra per la prima volta a palazzo Silone (27 maggio). Poi si parla di attività frenetica di Sorgi che è dirigente del settore Affari della presidenza, probabilmente a caccia di riconferma, ma il primo luglio, nel discorso di insediamento in consiglio regionale, D’Alfonso lo folgora in un passaggio: «Non possiamo lasciare la programmazione in mano a un Sorgi qualunque». E’ di lì a poco che D’Alfonso viene chiamato in Procura. A ruota c’è un atto che riguarda Sorgi firmato dallo stesso governatore il 14 luglio: è la proroga a commissario straordinario unico per l’avvio dell’Autorità per la gestione integrata dei rifiuti. Il documento stampato parla di un allungamento dell’incarico fino al 31 dicembre ma a mano viene inserita una postilla: in calce viene cambiata la data, non più fine anno ma il 31/8. Una striminzita proroga di 40 giorni con in mezzo il mese di agosto. Un preavviso di sfratto per il plenipotenziario che ad agosto, dicono dall’Aquila, va in ferie. Per la prima volta in cinque anni. Sorgi decade il giorno in cui gli uomini della Mobile gli consegnano l’ordine di custodia a Giulianova. Al suo posto c’è già pronta l’avvocatessa Stefania Valeri.