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Pescara, 24/11/2024
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Data: 04/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
La crisi a Montesilvano - «Città allo sbando, vicina al fallimento». Sos Confesercenti dopo le dimissioni di Maragno: Montesilvano senza classe dirigente. M5S sfida Di Mattia e perde al Tar

MONTESILVANO «La fase che si apre, con un Comune praticamente in dissesto, rischia di trasformarsi in un nuovo peso sulle imprese che ormai hanno gambe molto fragili». È l’allarme lanciato dopo le dimissioni del sindaco, Francesco Maragno, dal direttore provinciale di Confesercenti, Gianni Taucci, il quale a questo punto teme che l’ incertezza politica possa influire negativamente sull’economia cittadina. Taucci si dice allo stesso tempo poco sorpreso, poiché «a Montesilvano manca da troppo tempo una vera classe politica», anche a causa degli elettori che scelgono «personaggi» che tutelano soltanto i propri interessi. Per Taucci, dunque, il sindaco ha fatto bene a dimettersi, perché «Montesilvano merita una svolta, con uomini e donne capaci di programmarne il futuro». A ritenere che in città la politica abbia fallito è anche la segretaria provinciale del Pd, Francesca Ciafardini, la quale riscontra «un deficit di classe dirigente» dovuto anche alla responsabilità dei partiti. «È ormai chiaro», sottolinea, «che a guidare le sorti di questa comunità siano da tempo schemi tattici e dinamiche distorte». Così, secondo Ciafardini, «accade che facilmente i traditori diventano traditi, che un sindaco si sorprenda di logiche che si conoscono alla perfezione e che non ci s’indigni più». Per questa ragione, prosegue la segretaria del Pd, ritirare le dimissioni, per Maragno, «significherebbe soltanto posticipare una consunzione. Meglio un commissario e una seria riflessione politica». A dichiararsi solidale con Maragno è Mario Nino Fusco (Pd), ex assessore della giunta Di Mattia. Se, «a prima vista, le dimissioni del sindaco potrebbero sembrare l’ultima tragica puntata di quel percorso di ingovernabilità che ha contraddistinto gli ultimi 10 anni», osserva Fusco, tuttavia «siamo di fronte a una novità che ha del rivoluzionario: per la prima volta, , un sindaco dichiara esplicitamente di dimettersi per non sottostare ai ricatti e ai “lottizzatori” delle poltrone». La città è di fronte a una battaglia di principio, prosegue Fusco, e tutti i montesilvanesi devono chiedersi da che parte schierarsi. «Per quanto mi riguarda», afferma, «sto dalla parte di Maragno e ritengo che tutti i cittadini di buona volontà, a cominciare da quelli presenti in Consiglio, a prescindere dallo schieramento, dovrebbero dire esplicitamente di voler sostenere il sindaco». Intanto, dal fronte pentastellato, arriva una secca replica all’ex sindaco Di Mattia, secondo il quale le lobby avrebbero inserito una «testa di legno» anche nel movimento di Grillo. «Se non vuole essere omertoso come suo solito», ribatte Manuel Anelli, «abbia il coraggio di fare i nomi, perché non accettiamo di essere inseriti nel mucchio da personaggi come lui. Altrimenti scatterà una querela per diffamazione». E dal Tar Pescara arriva la notizia che è stato respinto e dichiarato in parte inammissibile il ricorso presentato dal M5S contro la nomina del 15° componente di maggioranza in Consiglio comunale. I grillini, secondo i quali il seggio spettava all'opposizione, rivendicavano il quarto seggio per Cristian Di Carlo, assegnato invece a Carlandrea Falcone (FI). E a replicare alle dichiarazioni della segretaria del Pd, Romina Di Costanzo, che ha puntato il dito contro i «lauti compensi dello staff» è l’assessore Caterina Verrigni, che sottolinea come nel 2014 siano previste il 53% di uscite in meno rispetto al 2013 e che, dei 76mila 800 euro previsti, ben 40mila «riguardano il precedente staff di Di Mattia, che ha percepito anche gli straordinari, a differenza dell’attuale staff per il quale non sono previsti».

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