Legno scadente e una cattiva messa in opera, all’origine dei due cedimenti che si sono verificati all’inizio di settembre: per questo la Procura dell’Aquila, a scopo processuale e per la tutela della salute pubblica, ha deciso di sequestrare 800 balconi di 494 unità immobiliari (22 piastre) di cinque new town post sisma. Su disposizione del pm Roberta D’Avolio (sotto la supervisione del procuratore capo, Fausto Cardella) e a firma del Gip del Tribunale, Giuseppe Romano Gargarella, da lunedì, il personale del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale, diretto da Renato Rampini, provvederà a porre i sigilli alle finestre dei balconi (in modo da non compromettere la areazione dell’appartamento). Manufatti che sono della stessa tipologia costruttiva di quello crollato il 2 settembre scorso a Cese di Preturo (luogo in cui a partire dalle 9 di lunedì inizieranno le attività di sequestro). Dopo quell’episodio sono scattati gli accertamenti che hanno evidenziato come ben diffuso sia il deficit strutturale che impone il vincolo di cautela e come verosimilmente tutti gli 800 balconi che verranno sequestrati sono stati costruiti con un legno di una fornitura definita fasulla di una ditta di Piacenza (la Safwood quotata alla Borsa di Parigi, ndr), che fa parte di un raggruppamento di imprese già sotto inchiesta per un crak finanziario.
Disagi certi per i 494 nuclei assegnatari degli alloggi dislocati a Cese di Preturo, Arischia, Coppito 2, Collebrincioni e Sassa, sui quali come ha evidenziato il procuratore capo Fausto Cardella, nel corso di una conferenza stampa, si opererà nella maniera meno invasiva possibile, cercando, attraverso la collaborazione di numerosi uomini delle forze dell’ordine di arrivare al sequestro e alla notifica degli atti che lo accompagnano (per ogni singolo ospite negli alloggi provvisori), nel più breve tempo possibile. Il fascicolo del pm D’Avolio è a carico di ignoti. Le ipotesi di reato vanno dal crollo colposo alla contravvenzione per chi ha la responsabilità della manutenzione di quegli immobili, fino alla frode nelle forniture, quest’ultimo reato però a rischio prescrizione. La Procura (che attende altro materiale dai colleghi di Piacenza) ha in mano una prima relazione redatta dall’ingegnere Maurizio Sista del comando provinciale della Forestale, il quale evidenzia delle criticità: il balcone crollato a Cese era privo di qualsivoglia carico oltre il proprio peso; elementi di degrado del legno a causa dell’umidità: «Il collegamento tra gli elementi appare approssimativo, il collante non è distribuito in maniera uniforme. La marcescenza appare pià grave sul lato sinistro, la struttura del balcone appare in pendenza verso l’edificio, fatto che ha favorito l’immissione di acqua piovana verso la struttura portante interna».
E ancora. «Non si rilevano materiali finalizzati alla sua impermeabilizzazione, inoltre realizzare un balcone nel modo in cui è stato realizzato, quello preso in esame – scrive Sista – non solo è in contrasto con le norme ma anche con le regole del costruire a regola d’arte». Secondo l’ingegnere, una struttura in legno, seppur impermeabilizzata, «deve essere oggetto di una verifica periodica atta a verificare il suo stato di conservazione. Non è da escludere poi che la modalità realizzativa abbia innescato un processo di deterioramento causato dal diverso grado di umidità esterna rispetto a quella interna». Per cristallizzare questa prima ipotesi di reato, su consiglio dello stesso Sista, il pm D’Avolio ha annunciato l’avvio di un incidente probatorio nel quale eseguire accertamenti mirati in laboratorio sui materiali utilizzati per la realizzazione dei balconi.