L'articolo di Giussani nasce dall'iniziativa di RFI, che ha diffuso i bandi per dare in concessione i locali attraverso un comodato d’uso gratuito: ti occupi della manutenzione e l’affitto non lo paghi. Il valore dei locali già dati in concessione finora si aggira intorno ai 120 milioni di euro
Il rischio concreto è che finissero preda dei vandali. Prese d’assalto, abbandonate al degrado, pericolose per chi frequenta corridoi e sale d’attesa. Succede nelle stazioni “impresenziate”, quelle dove la tecnologia ha finito per prendere il posto di bigliettai e responsabili del traffico viario e non è rimasto nessuno a prendersene cura.
Ma da qualche mese quelle migliaia e migliaia di metri quadri si possono “adottare”.
Rete ferroviaria italiana ha avviato un progetto per dare in concessione i locali attraverso un comodato d’uso gratuito: tieni gli spazi puliti e ti occupi della loro manutenzione e d’affitto non paghi nemmeno un euro. Dietro c’è una finalità sociale. Gli “aspiranti genitori” sono associazioni di promozione sociale e turistica, gruppi di Protezione civile, Pro loco, Croce Rossa, enti che assistono i poveri: quando una sede non ce l’hanno, spesso la trovano nella stazione del paese.
A tal proposito pubblichiamo il pezzo di Stefano Paolo Giussani scritto per l'Huffington Post:
Le ferrovie, specialmente quelle meno importanti, corrono a volte in posti selvaggi dove il paesaggio è praticamente incontaminato e spesso legato a nomi forti dell'attrattiva turistica.
Tra le prime che mi vengono in mente penso al tratto Sestri Levante - La Spezia (Cinque Terre), alla provincia di Lecce (Salento), al tratto Siena - Grosseto (parco della val d'Orcia), alla dorsale appenninica in quel meraviglioso mondo rurale tra Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria.
Molte volte, pedalando lungo questi selciati, mi sono lasciato trascinare dal sogno di recuperare uno di questi caselli e farne qualcosa di produttivo. Qualcuno ci ha pensato, proponendo ad esempio stazioni di sosta per biciclette o creando la sede di una piccola onlus come è successo nella stazione di Ronciglione.
In Liguria, solo per fare un esempio avvicinabile da tutti, consiglio a chi fosse curioso di saperne di più sul tratto tra Levanto e Bonassola. Il percorso pianeggiante che passa sul vecchio tracciato dismesso è pedalabile, pattinabile o camminabile dodici mesi l'anno.
Ogni finestra nella roccia delle gallerie è un quadro. Ogni spazio tra i tunnel un'oasi per tuffarsi o fare un bagno di sole. Nel passaggio principale hanno perfino organizzato una galleria d'arte.
In tutta la penisola, le ferrovie stanno effettivamente dismettendo alcuni loro edifici e chi cerca qualche idea per lanciarsi nel turismo sostenibile dovrebbe leggere la pagina dedicata. Cito il passaggio chiave:
Fanno parte del Patrimonio FS anche 3.000 km di linee ferroviarie dismesse, di cui 325 km sono stati destinati a greenways: piste ciclabili e percorsi verdi accessibili a tutti, riservati alla mobilità dolce. Il Gruppo vuole infatti definire un Piano Nazionale di Greenways, seguendo l'esempio di altre nazioni europee, come la Spagna, con il coinvolgimento delle Istituzioni, in particolare del Ministero dell'Ambiente, delle Regioni, degli Enti Locali e delle principali Associazioni ambientaliste.
Responsabili di associazioni, volontari, appassionati del pedale e del plein air, è il momento di dimostrare che la creatività ha mille sfaccettature, anche sul verde.