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Pescara, 24/11/2024
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Data: 05/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Tfr in busta paga? Aziende al tappeto e operai tartassati»

In questi ultimi giorni, l'opinione pubblica si è trovata davanti all'ennesimo escamotage del premier Renzi per aumentare le retribuzioni mensili con la corresponsione, per chi lo dovesse volontariamente decidere se l'idea si concretizzerà, del 50% del Tfr. Ogni anno vengono accantonati, per il Tfr 25 mld di euro. Di questi, 5,2 vanno alla Previdenza complementare, 6 vengono versati all'Inps e 14 vengono utilizzati dalle piccole e medie imprese per autofinanziamento. Se passasse l'idea di dare il 50% mensilmente, all'Inps verrebbero sottratti ben 3 mld con i quali paga le prestazioni di sua competenza; i Fondi previdenziali avrebbero meno soldi e la Previdenza integrativa darebbe solo pochi spiccioli ai pensionati. C'è, inoltre, il problema della tassazione di questi soldi. Attualmente il Tfr ha un sistema più favorevole. Non è chiaro cosa succederà se una sua parte, dal prossimo gennaio, farà cumulo con altri redditi. In questo caso, detto banalmente, il lavoratore che guadagna fino a quei 1.500 euro netti che gli hanno consentito di avere il bonus degli 80 euro, ci rimetterà parecchio e che a guadagnarci sarebbe solo il fisco, cioè il governo. Ma c'è un altro problema, almeno a mio parere, che mette in chiaro le differenze tra il dire e il fare del nostro Presidente del Consiglio Renzi: se si toglie dalle piccole e medie imprese questo "tesoretto" di autofinanziamento, non si costringeranno questi imprenditori a rivolgersi a quelle banche che dovrebbero far parte di quei "poteri forti" contro cui dice di voler combattere? Renzi ha detto che con gli 80 euro già dati dal suo governo ed i circa 100 che mediamente si metterebbero in busta-paga, ogni lavoratore avrebbe una maggiore capacità di spesa che consentirebbe la ripresa dei consumi e, quindi, dell'occupazione e, sinceramente, mi auguro che, per il bene del nostro Paese, tutto vada in questa direzione. Ma se tutto questo si verificherà, non apparirà ancora più grave aver escluso circa 11 milioni di pensionati che percepiscono meno di mille euro al mese dalla corresponsione degli 80 euro persi nel 2014 e che non si potranno dare nemmeno nel 2015?

Giustino Zulli, Chieti

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