ROMA L’ecobonus ha funzionato eccome. Vale almeno 29 miliardi di investimenti delle famiglie nel 2014. E un 2% del Pil non si butta di certo di questi tempi. «Il bonus per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica delle abitazioni (ecobonus) sarà», dunque, «confermato con la legge di stabilità», per il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. Ma questo non vuol dire soltanto che gli incentivi vivranno anche nel 2015. Di più. La precisazione serve a chiarire che non ci sarà la riduzione delle agevolazioni fiscali scritta nella Legge di Stabilità 2014, che prevede un taglio nel 2015 sia per gli incentivi da ristrutturazione semplice (dal 50% al 40%) sia per la riqualificazione energetica (dal 65% al 50%).
«Siamo pronti a intervenire per la conferma» e la proroga ai livelli attuali, ha spiegato il ministro da Campi Bisenzio (Firenze) a margine della celebrazione per i 50 anni dell’autostrada del Sole. «Lo facciamo perché questo provvedimento è uno dei pochi che ha funzionato». E si completerà con il decreto Sblocca Italia che mette 4 miliardi di euro.
«Ci siamo impegnati tutti affinché nella legge di stabilità questo provvedimento fosse prorogato. Sono certo che nella legge di stabilità questo provvedimento ci sarà». Perchè per il ministro è quello che serve all’Italia per uscire dalla crisi e per rimettere in moto la fiducia e i consumi. La defiscalizzazione è la strada giusta.
Del resto i numeri parlano chiaro. Si tratta di un provvedimento che ha messo in moto 29-30 miliardi, numeri non molto lontani da quelli stimati dal Cresme per la Camera dei Deputati: 33 miliardi di spesa delle famiglie nel 2014. Insomma, in un momento in cui si deve spingere sulla crescita certi numeri contano e la proroga del provvedimento sembra un passaggio obbligato.
LA LEVA DELLE DETRAZIONI
L’ultimo aggiornamento sul rapporto fatto dal Servizio Studi della Camera e dal Cresme parla di un pacchetto incentivi fiscali tra ristrutturazioni e riqualificazione energetica che soltanto nel 2013 ha prodotto interventi per 27,5 miliardi di euro (in aumento del 40% sul 2012). Di questi 23,5 derivano dagli investimenti in ristrutturazioni (con sgravio al 50%) e circa 4 da investimenti per la riqualificazione energetica (con sgravio 65%). Ma va detto che i fatti hanno anche superato le attese visto la fotografia scattata ad agosto scorso è andata ben oltre le stime elaborate dallo stesso Cresme a novembre del 2013 (19 miliardi di euro). Un altro capitolo fondamentale del dossier è l’aggiornamento dei numeri sulle domande presentate e sugli investimenti per l’intero periodo di applicazione degli sgravi, dal 1998 al 2013.
Ebbene, fino al 2013 per il recupero edilizio (con le differenti aliquote del 41%, del 36% e del 50%) sono state presentate 6,3 milioni di domande per un investimento complessivo di 112,9 miliardi, di cui 44,1 miliardi detraibili.
Per il risparmio energetico, dal 2007 al 2013, le domande presentate (con le differenti aliquote del 55% e del 65%) sono state 1.830.200 per un investimento complessivo di 22,9 miliardi di cui 12,9 miliardi detraibili. Vale a dire che complessivamente sono state presentate domande per oltre 8,2 milioni a fronte di un investimento da 135,6 miliardi e 57 miliardi di detrazioni. E le ricadute sull’occupazione? Sembra che l’effetto sgravi abbia generato 1,35 milioni di posti diretti (2 milioni complessivi).