AVEZZANO «Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita». Questa citazione di Antonio Gramsci ha accompagnato tutta la vita di Rosa Rosini, dipendente del Ministero e sindacalista che se n’è andata all’età di 51 anni. Rosa Rosini è morta a Roma, ma era molto legata ad Avezzano, sua città natale. Figlia di Francesca e Antonio, ex consigliere regionale del Pci e attuale presidente dell’Associazione partigiani della Marsica, Rosa ha avuto un ruolo di primo piano nella Cgil nazionale. Ha studiato al Liceo Classico di Avezzano, dove ha avuto modo di coltivare le sue passioni per lo sport e la politica, e si è poi laureata in Fisica all’Università “La Sapienza” di Roma. Subito dopo la laurea ha lavorato per alcuni anni all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, dedicandosi allo stesso tempo all’insegnamento, sua grande passione. Ha vinto poi il concorso al ministero della Salute dove tutt’ora lavorava, nella Direzione del sistema informativo e statistico sanitario. Apprezzata funzionaria, si è occupata di progettazione e sviluppo di sistemi informativi. In ambito comunitario ha partecipato a diversi progetti. Ha ricoperto il ruolo di coordinatore nazionale Cgil del ministero della Salute. «Si è distinta per aver difeso il ruolo del ministero della Salute come istituzione necessaria a garantire, come previsto dalla nostra Costituzione, la salute di tutti i cittadini italiani» la ricorda Maurizio Rossi del sindacato. Fino all’ultimo ha combattuto con dignità la malattia che l’aveva colpita. Rosa Rosini lascia il marito Stefano Losardo e due figli, Enrico e Silvia. Il rito funebre si svolge oggi alle 16 al cimitero di Avezzano. Alla famiglia le condoglianze del Centro.