L’AQUILA Sul caso degli 800 balconi a pericolo crollo (al via oggi i sequestri), si annunciano raffiche di avvisi di garanzia, mentre sul legno acquistato in Russia e utilizzato per i progetti Case, sarebbe già stata accertata l’assenza di certificati che non avrebbero potuto permettere l’utilizzazione. Per questa ragione dopo l’acquisizione negli uffici di Roma della Protezione civile di tutta la documentazione tecnica e amministrativa sull’Ati che ha lavorato nelle 22 piastre dei progetti Case, il primo passo è individuare tutti gli attori principali della filiera, dalla fornitura fino alla messa in opera del materiale, al collaudo dei balconi killer. Secondo alcuni fonti investigative, a essere iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di crollo colposo e frode nelle pubbliche forniture e violazioni amministrative, saranno parecchi soggetti. Si tratterà di iscrizioni tecniche per dare modo a loro e al sostituto procuratore D’Avolio di nominare un consulente esterno al quale delegare il delicato compito di individuare attraverso esami di laboratorio le falle riscontrate già dai tecnici del Comune e della stessa Forestale.
Soltanto a seguito di tale risultanze, il pm provvederà a fare una scrematura delle posizioni degli indagati, un po’ come è già accaduto nell’inchiesta sugli isolatori sismici. Gli investigatori della Forestale hanno già scoperto come una delle tre ditte facenti parte dell’Ati sia nel frattempo fallita. Oltre alle tre società, sotto la lente di ingrandimento sono finite altre due ditte che hanno svolto lavori in subappalto, una delle quali a quanto pare per l’impermeabilizzazione del legno. Altro aspetto sul quale verrà ovviamente posto particolare attenzione, la provenienza del legno utilizzato per la realizzazione dei progetti Case da parte della società Safwood di Piacenza. L’evasione fiscale (reato che fa parte di un filone della Procura piacentina) è stata possibile interponendo, nella commercializzazione del legno, a seconda dell’area geografica di provenienza della merce, una società svizzera o irlandese di tipo off-shore, in grado di fungere da casseforti per il denaro. Società queste controllate e gestite dalla stessa Safwood. La rappresentanza fiscale italiana della società svizzera, risultata evasore totale non avendo assolto prescritti obblighi fiscali, era riconducibile di volta in volta a un prestanome. La merce invece giungeva, dai paesi di origine (Russia e Polonia) direttamente ai destinatari italiani senza mai transitare dalla Svizzera e dall’Irlanda. La società piacentina, per proseguire il proprio trend di crescita, avviato nel 2006 (anno in cui anche la guardia di finanza aveva cominciato a monitorare la società), era alla continua ricerca di appalti, finanziamenti, aperture di linee di credito. Agli appuntamenti con gli istituti di credito la ditta piacentina si presentava con referenze, prospetti e documentazione. Stamani al via i primi sequestri dei balconi. Si comincia con Cese di Preturo. Gianni Melilla di Sel, intanto, ha presentato una interrogazione al premier Matteo Renzi.