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Pescara, 24/11/2024
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Data: 07/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Modello Fiat e rappresentanza, ecco i nodi. Nell’incontro con le parti sociali il presidente del Consiglio vuole affrontare anche il salario minimo

ROMA La convocazione per i sindacati a Palazzo Chigi non fissa argomenti specifici. «Riforme», è scritto nella lettera recapitata ai diversi indirizzi. Di certo, prima alla direzione del Pd e poi durante l’intervista a Ferrara da parte dei giornalisti dei media internazionali, Renzi ha indicato tre temi sui quali vuole incalzare le parti sociali. L’obiettivo finale potrebbe essere quello di “misurare” la rappresentanza reale, con il superamento dei tavoli di confronto dalle mille sigle, e di avvicinare i contratti di lavoro al territorio, alle aziende. Ecco una scheda per orientarsi su questi tre temi. Contratto legato al territorio. È certo una delle sfide centrali. Per i sindacati urticante: temono venga destrutturato il sistema centralizzato su cui oggi si basa tutta la contrattazione. Per gli imprenditori è invece la richiesta principale, per contratti su misura azienda per azienda. È una delle ragioni che ha portato la Fiat di Marchionne ad uscire da Confindustria, a creare New.Co e far nascere contratti territoriali, come a Pomigliano. Ecco perché qualcuno lo chiama “modello Fiat”. Ora anche Confindustria chiede di legare i salari ai risultati aziendali. Da segnalare anche l’attenzione internazionale al tema: è stato il presidente della Bce Mario Draghi a chiedere di «avvicinare i contratti al territorio e alle aziende» per favorire una differenziazione salariale. Rappresentanza. Sul tema Cgil, Cisl e Uil hanno già raggiunto un accordo con Confindustria lo scorso 10 gennaio. È però una ferita che brucia all’interno della Cgil ed ha animato lo scontro tra il segretario Susanna Camusso e il leader Fiom, Maurizio Landini. L’intesa fissa criteri che danno certezza nei confronti sindacali, anche aziendali (evitando così quanto accaduto in Fiat con la Fiom). È stabilita la soglia del 5% (in un mix tra iscritti e voti) per sedere al tavolo e sottoscrivere accordi che, se approvati e ratificati a maggioranza semplice dai lavoratori, valgono per tutti. Sono previste anche sanzioni per chi non li rispetta. Salario minimo. È una delle norme del jobs act. È prevista in sperimentazione anche per i Co.co.co. L’Italia è uno dei pochi Paesi che non ha una soglia minima di salario orario. Ma quanto vale? In Germania a luglio è stato approvato un aumento a 8,5 euro. Ma ce l’hanno anche Francia (9,53 euro), Olanda, Belgio, Irlanda e Gran Bretagna. Negli Usa Obama vuole alzarlo a 10 dollari.

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