L’AQUILA Gli agenti della Forestale sono arrivati intorno alle 9 a Cese di Preturo, «armati» di ordinanze di sequestro e nastri per chiudere l’accesso ai balconi degli appartamenti in via Volonté, quelli realizzati con il legname di provenienza russa fornito dalla Safwood, azienda di Piacenza ormai fallita e sotto inchiesta per bancarotta. Nessuna protesta a Cese tra gli inquilini di quelle case dove un mese fa un balcone è venuto giù di botto. Appartamenti dove da tempo venivano segnalati problemi, a cominciare dalle infiltrazioni di acqua proprio da quei balconi finiti ora sotto sequestro: 494 gli alloggi da visitare e 800 i balconi da «nastrare» a Cese, Arischia, Coppito 2, Collebrincioni e Sassa (nucleo industriale). E tra questi ci sono anche quelli da puntellare per evitare il rischio di altri crolli. Un’operazione cominciata da Cese e proseguita poi nel pomeriggio ad Arischia. Un cronoprogramma che prevede il completamento dei sequestri nell’arco di qualche giorno. Con gli agenti della Forestale, guidati dal comandante provinciale Nevio Savini, anche dirigenti e operai del Comune. Qualcuno li ha accolti in casa offrendo loro una tazza di caffè. Altri con gli scatoloni già pronti per un nuovo trasloco. Una quindicina le famiglie che lasceranno le abitazioni di via Volonté dove già da tempo erano stati segnalati problemi, a cominciare proprio dalle infiltrazioni di acqua dai balconi. Diversi gli appartamenti chiusi, quelli occupati solo sulla carta ma vuoti, con gli assegnatari al momento irreperibili. E dai «controlli forzati» è spuntato anche qualche alloggio in subaffitto. Ma l’attenzione di tutti è ora concentrata su quei balconi off-limits. Gli inquilini hanno lasciato fare quasi con rassegnazione. L’amarezza è grande. «Io resto qui finché non potrò tornare nella mia casa in paese», dice Vincenzo Nardecchia che coltiva il sogno di tornare nel centro storico di Cese. Seduta sulla panchina di fronte alla sua casa, Antonella Di Nella, osserva gli agenti della Forestale passare da un balcone all’altro. «Stiamo andando via, ci trasferiscono in un Map a Preturo. Qui non ci sentiamo più al sicuro», dice, mentre un’altra famiglia sta traslocando nella vicina via Magnani. In tarda mattinata l’arrivo a Cese del sostituto procuratore Roberta D’Avolio. «Nel 2014 non si può assistere a cose del genere», dice guardando uno dei balconi già puntellati con il legno in condizioni di assoluta marcescenza. Poco o nulla si lascia sfuggire sull’inchiesta per crollo colposo e frode in pubbliche forniture. «Le indagini stanno andando avanti», dice, «per ora il fascicolo resta aperto contro ignoti». Oggi si riparte ancora da Cese e Arischia.