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Data: 08/10/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
La crisi dell'Atac - Una manovra bis da sessanta milioni per salvare l’Atac. Il Governo non potrà stanziare i fondi extra richiesti per il tpl costringendo il Comune a nuovi tagli alle spese degli assessorati

Servirà una manovra bis per salvare l’Atac e garantire il servizio del trasporto pubblico locale a Roma. Dopo settimane di trattative e un susseguirsi di ipotesi, su questo punto il Campidoglio sarà costretto a fare di necessità virtù: il Governo non può stanziare fondi straordinari per il tpl della Capitale e anche la Regione non è in grado fare di più, dopo aver già stanziato 140 milioni di euro, avendo già chiuso e approvato il proprio bilancio. L’assessore Silvia Scozzese dovrà quindi trovare in casa le risorse necessarie per evitare il fallimento dell’azienda di via Prenestina.
All’appello, secondo le stime di Palazzo Senatorio, mancherebbero ancora 100 milioni: difficili da trovare nei conti del Comune, impossibile in quelli della municipalizzata. Ma la soluzione sarà trovata nel mezzo, e l’Atac dovrà continuare a fare la propria parte, a tappe forzate.
IL PIANO

La Scozzese è pronta a varare il piano di emergenza: 50-60 milioni da trovare entro fine mese, in un assestamento di bilancio che a questo punto si preannuncia “lacrime e sangue”, sulla falsariga di tutte le ultime manovre finanziarie varate dall’amministrazione capitolina.
550 mln
L’ammontare complessivo
del piano di rientro
del Campidoglio
Nel progetto dell’assessore, queste risorse potranno essere ricavate con ulteriori tagli, da imporre soprattutto agli acquisti dei dipartimenti e ai costi delle utenze. Il resto dovrà farlo l’azienda, risparmiando altri 40 milioni, con probabili ripercussioni sull’organizzazione del servizio di trasporto pubblico. Un ruolo fondamentale sarà rivestito, quindi, dal consiglio comunale, che dovrà dare il via libera alla manovra bis (una volta licenziata dalla giunta) in tempi strettissimi.
I COSTI DELLA CAPITALE

L’altro pilastro del piano di rientro del Campidoglio, che a giorni dovrebbe essere suggellato dal decreto di Palazzo Chigi, sono gli extra costi, quelli che Roma ogni anno sostiene per la sua funzione di Capitale della Repubblica. Il governo sembra orientato ad accogliere le stime del Campidoglio, che chiede circa 110 milioni annui: la cifra sarà inserita nella legge di stabilità dello Stato, ma sarà garantita soltanto a partire dal 2015. Per coprire i debiti fuori bilancio, che l’amministrazione si è impegnata a versare, saranno quindi utilizzati 150 milioni di fondi svincolati dal patto di stabilità degli enti locali, grazie al benestare del commissario per il rientro dal debito anteriore al 2008, Massimo Varazzani. Il Campidoglio spera così di mettere definitivamente in sicurezza i costi visto che, dal prossimo anno, lo Stato garantirà gli extra costi e la Regione si è impegnata ad aumentare ancora, fino a 180 milioni, i trasferimenti per il trasporto pubblico locale.

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