MONTESILVANO È il giorno più delicato dall’inizio della crisi politica, quello in programma oggi a palazzo di città, dove alle 9 si aprirà la discussione sul bilancio di previsione 2014 dopo il rinvio della settimana scorsa che ha provocato le dimissioni di Francesco Maragno. Il sindaco non sarà presente oggi in sala consiliare per pregressi impegni personali, come ha anticipato egli stesso ieri mattina, appena rientrato da Matera (Basilicata), città d’origine dove ha trascorso il fine settimana per «staccare la spina». Il sindaco dimissionario si è presentato in municipio e ha fatto il giro di tutti gli uffici per salutare i dipendenti comunali. Un episodio che ha preoccupato molto una città che spera ancora di non essere nuovamente commissariata e di tornare alle urne dopo le elzioni di maggio. «Un normale giro di saluti», lo ha definito Maragno. «Dopotutto ho rassegnato le dimissioni, per cui credo sia educato salutare le persone con le quali ho lavorato in questi mesi», ha sottolineato facendo intendere un’imminente fine della consiliatura, nonostante i tentativi di arrivare a un possibile ampliamento della maggioranza ad alcuni esponenti dell’opposizione. Secondo i bene informati, infatti, sembrerebbe più semplice dare vita a un governo delle larghe intese piuttosto che risanare la crisi interna di Forza Italia scaturita dal voto contrario, in Consiglio comunale, dei 5 dissidenti Anthony Aliano, Manola Musa, Deborah Comardi, Claudio Daventura e Stefano Di Blasio. A ricucire lo strappo nella maggioranza non sembra, infatti, essere servita neppure una riunione del comitato regionale di Forza Italia. «Ho semplicemente riferito quanto accaduto», ha detto Maragno, «e poi nessuno si aspettava che ad avere la soluzione pronta per risolvere il problema di Montesilvano fossero persone che nulla hanno a che fare con la città». A sembrare più ottimista, all’indomani del vertice regionale del partito, è il coordinatore Nazario Pagano. «Abbiamo invitato Maragno al comitato regionale affinché ci relazionasse sull'accaduto», ha sottolineato. «Il sindaco ha un atteggiamento molto severo nei confronti dei cinque dissidenti. Ritengo che dobbiamo fare ogni sforzo per ricomporre lo strappo, fermo restando che quando si aderisce a un partito bisogna rispettare le regole e non si può pensare che i voti personali diano il semaforo verde per fare ciò che si vuole. A chi ritiene di poter agire come vuole, si risponde dicendo che questo non è possibile: o si cambia atteggiamento o si cambia partito». Quanto al futuro di Montesilvano, alla vigilia dell’approvazione del bilancio, sul quale i cinque dissidenti hanno già annunciato parere favorevole, il coordinatore ha auspicato un atteggiamento responsabile da parte della maggioranza e soprattutto una rapida soluzione della crisi al Comune. «Ci auguriamo che venga approvato il bilancio e che lo votino tutti», ha commentato. «Poi ci auguriamo di poter ricomporre il quadro politico, anche se il sindaco non sembra lasciare molti margini. Farò di tutto e mi adopererò personalmente per ricucire lo strappo e per evitare che a Montesilvano arrivi il commissario e che la città torni al voto». L’odierna discussione del bilancio – e dei relativi duemila emendamenti presentati dalla minoranza – rappresenta, dunque, un tassello molto importante del complicato puzzle politico che, qualora non dovesse quadrare, destinerebbe la città a elezioni certe.