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Pescara, 24/11/2024
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Data: 08/10/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il pasticcio dei fondi europei a rischio 41 milioni di euro. Gatti (centrodestra)me Sclocco (centrosinistra) si accusano a vicenda

PESCARA L'Europa assegna i fondi, ma prima di darti i soldi ti fa le pulci: controlli minuziosi su ogni voce di spesa, delibere, bandi pubblici. Funziona così. Ed è anche il motivo per cui gran parte delle risorse comunitarie tornano indietro. Un corto circuito frequente nei rapporti tra Bruxelles e le Regioni al quale l'Abruzzo non poteva certo sottrarsi. Emblematico il caso del Fondo sociale europeo: 41milioni di euro sulla programmazione 2007-2013 che rischiano di finire al macero come le arance siciliane. L’Abruzzo è nei guai. Proprio ieri il governatore Luciano D'Alfonso è corso a Bruxelles per cercare di scongiurare il pericolo che prima la giunta Del Turco, poi quella Chiodi e ora la sua si sono passati con spirito olimpico come una staffetta dei 400 metri.
L’AMMONIZIONE DEL 2013

Una vicenda che ha inizio nell'aprile del 2013, quando l'Unione europea informa la Regione che sul PoFse relativo al programma 2007-2013 la sua struttura è tutta da rifare. La Commissione rileva «gravi carenze nel sistema di gestione e di controllo». In particolare le attività svolte dalle quattro Province nel quadro del piano pperativo 2007-2008 (giunta Del Turco) non sono mai state formalmente approvate come progetti dall'Autorità gestionale, non sono stati definiti gli obiettivi, né esibiti i rapporti di attività. La vicenda è anche oggetto di un’interrogazione del consigliere regionale Luigi Milano, del Centro democratico, che non si ritiene però soddisfatto della risposta fornita dall'Ufficio di presidenza attraverso l'assessorato al Lavoro di Paolo Gatti. Tutto resta sospeso, mentre per Gatti la questione è già risolta: «La Commissione europea sollevò il problema delle Province, ma l'Autorità gestionale mi informò che si trattava di una questione tecnica relativa agli anni 2008-2009 che era stata sanata. Eravamo a cavallo tra le due legislature. Io non ero ancora assessore. Si trattò comunque di una sospensione temporanea di liquidazione, non di una bocciatura. I soldi alle Province li anticipammo noi attingendo dal bilancio della Regione. Insomma, non si perse un euro di quei finanziamenti. E se la nuova giunta non avesse fatto soltanto un bando sino ad oggi, forse non perderemmo neanche quelli della programmazione 2007-2013».
Marinella Sclocco, che ha preso il posto di Gatti, spara invece proprio sul suo predecessore, con il quale lo scontro è ormai quotidiano su tutto: «Il fatto è che io sono arrivata a luglio e in cinque mesi sono stata chiamata a fare quello che lui non ha fatto in cinque anni. E' stato così anche sulle questioni poste dalla Commissione europea in ordine al Fondo sociale. Proprio oggi (ieri per chi legge; ndr) il presidente D'Alfonso è a Bruxelles per cercare di risolvere la situazione. I soldi a rischio sono 41milioni -precisa l'assessore- , ma se non avessimo provveduto a sanare il pregresso, sarebbero stati 300 (in realtà per quello che risulta al Messaggero sarebbero intorno a 100 milioni; ndr)».
Così D'Alfonso è costretto ad imbucare di corsa lo sportello dell'aereo per chiedere all'Europa di non privare l'Abruzzo di una risorsa così ingente. Eppure le questioni poste dalla Commissione erano nero su bianco da tempo: meccanismo inadeguato di affidamento delle risorse alle Province, spese non ammissibili, assenza di procedure efficaci e formalizzate, inadeguata selezione dei progetti...

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