PESCARA Come prevedibile, Sel non ha digerito la notizia dell’avvicendamento in giunta tra Mario Mazzocca e Andrea Gerosolimo. Mazzocca stesso e il deputato vendoliano Gianni Melilla hanno chiesto chiarimenti al governatore Luciano D’Alfonso, che alle loro proteste ha opposto rassicurazioni. Ma Sel non si fida poi tanto e la questione resta aperta, perchè Abruzzo civico non molla sull’assessorato, e D’Alfonso stesso ha annunciato pochi giorni fa, nella conferenza stampa «dei cento giorni», l’ingresso nell’esecutivo di un rappresentante proprio di quella lista, che ha dato un solido contributo alla vittoria del centrosinistra alle regionali. Ac ha due consiglieri all’Emiciclo, e con i numeri risicati che il nuovo Statuto regionale concede alla maggioranza vincitrice del torneo elettorale D’Alfonso non può ignorare i messaggi d’insofferenza del tandem Borrelli-Sottanelli che guida Ac. Se quelli della civica s’impuntano, i due consiglieri potrebbero far passare alla maggioranza qualche arduo quarto d’ora all’Emiciclo su materie spinose.
Se Mazzocca non accetterà l’offerta di un sottosegretariato, ben imbottito da alcune delle numerose deleghe che fin qui D’Alfonso ha tenuto per sè (nella stessa conferenza stampa il governatore ha parlato di deleghe da rivedere, riconsiderare, redistribuire), l’offerta virerà su Gerosolimo. Tempo perso: Ac vuole un assessorato.
Tutti lo vogliono, un assessorato: ma i posti sono solo sei. E dei sei oggi occupati, alcuni sono inespugnabili. Giovanni Lolli, vice presidente, è l’unico assessore esterno e dopo essere stato caldamente invitato da D’Alfonso a rifiutare il seggio parlamentare lasciato libero da Giovanni Legnini certo non può essere lasciato a piedi. Silvio Paolucci è il segretario del Pd, il partito più forte, dunque politicamente parlando è il dignitario di rango più elevato rinvenibile in Regione, e sta dando prova di perizia nel navigare nel mare tempestoso della Sanità. Marinella Sclocco è l’unica donna in giunta: non si tocca.
Restano Donato Di Matteo, Dino Pepe e appunto Mazzocca. Prevalessero logiche di riequilibrio delle rappresentanze territoriali (ma D’Alfonso ha più volte detto che lui sceglie per capacità, non per certificato di residenza), uno dei tre pescaresi in giunta (Mazzocca, Di Matteo e Sclocco, il quarto è il Serenissimo presidente) dovrebbe lasciare il posto a Gerosolimo, rappresentante di un’area che si sente sottostimata e che D’Alfonso ha promesso di sostenere, la Valle Peligna. Ma Sclocco non si tocca, come visto, dunque è solo Di Matteo l’alternativa a Mazzocca. Hai detto niente: prova a dirgli «vattene», a Di Matteo. Prevalessero logiche di rappresentanza politica, al Pd toccherebbero quattro assessori e non gli attuali cinque: dunque via Di Matteo o Pepe. Il primo è sempre quello del prova a dirgli «vattene», l’altro è l’unico teramano in squadra, e pure votatissimo. Gira gira, si torna al punto di partenza.
Il Serenissimo rasserena i vendoliani, ma quelli stanno con le antenne dritte. La poltroncina da sottosegretario è sempre all’orizzonte, accessoriata con deleghe solide. D’Alfonso è un mago, è Silvan: sim sala bim e appare di tutto, il cilindro trabocca di conigli (leggi: deleghe), ma Mazzocca from Caramanico è tosto da stupire.