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Data: 09/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Blitz dei balconi, corsa ad aprire le case disabitate. La presenza degli agenti della Forestale sollecita i residenti a collaborare. Pezzopane: il miracolo era solo una truffa

L’AQUILA Un vertice in Comune per decidere la scaletta degli interventi di demolizione dei balconi ora puntellati e sequestrati nelle palazzine del Progetto Case costruite con legname marcio. Cinquanta quelli da demolire con urgenza, perché fin troppo pericolanti. Altri 350 quelli da «tagliare» comunque al più presto, perché trovati in pessime condizioni. Intanto, per qualcuno degli inquilini delle 494 abitazioni visitate in questi giorni dalla Forestale, che sta operando il sequestro degli 800 balconi, è scattata la corsa a farsi trovare in casa, in appartamenti che danno l’impressione di essere da tempo disabitati. Un problema delicatissimo, quello degli alloggi occupati solo sulla carta, considerate le difficoltà incontrate sul fronte dei controlli che andrebbero ripetuti (sulla scorta dei pronunciamenti del Tar) almeno sei volte nell’arco di 3-6 mesi e in particolare nelle ore serali. Un servizio che senza personale e risorse il Comune non riesce a far partire. E rischiano di diventare un miraggio anche gli interventi di straordinaria manutenzione sugli edifici che stanno mostrando pesanti criticità. Ieri altre due famiglie, domiciliate a Cese in via Volonté, sono state spostate altrove. Un trasferimento disposto per ragioni di sicurezza, tanto più che si fa sempre più strada l’ipotesi di demolire l’intera piastra 19. «Stiamo effettuando controlli capillari» ha spiegato l’assessore Fabio Pelini, «ma la situazione sta diventando drammatica considerato che già 103 Map erano stati sequestrati per gravi difetti di costruzione». Di questo e di come intervenire sui balconi sigillati a Cese, Arischia, Collebrincioni, Coppito 2 e Sassa, (le operazioni della Forestale dovrebbero concludersi entro un paio di giorni) si parlerà domani in una riunione al Comune. Sempre domani verrà pubblicato il bando per la manutenzione e la pulizia delle 19 new town. Un servizio finora affidato alla Manutencoop che ha ottenuto una proroga tecnica dal Comune (fino a dicembre). «Abbiamo però eliminato alcune voci dall’appalto, come la sistemazione del verde», ha detto l’assessore Lelio De Santis. «Stop anche alla spesa di 100mila euro per un non meglio identificato “presidio”. Gli operai andranno utilizzati per curare di più la pulizia. In quanto ai balconi, dovremo stanziare dei fondi per i lavori da eseguire. Interventi necessari perché non si può vivere in gabbia». L’assessore De Santis è tornato poi sulla questione dei canoni e delle bollette non pagate. «Per i canoni l’evasione è scesa al 30%, ma sulle bollette i mancati pagamenti riguardano circa il 70% dei nuclei familiari che vivono nel Progetto Case e nei Map. Una situazione intollerabile».

Pezzopane: il miracolo era solo una truffa
Alloggi antisismici, la senatrice del Pd attacca le scelte dell’ex premier Berlusconi e la Protezione civile

L’AQUILA «Leggo in questi giorni strane dichiarazioni di esponenti politici di quel governo che volle a tutti i costi il Progetto Case all’Aquila e disse no alla tassa di scopo, mentre tacciono su questo allucinante scandalo dei balconi. Piuttosto che pontificare su nuovi commissari, artefici dei disastri che tutti conosciamo, si mettano una mano sulla coscienza e chiedano scusa». Ad affermarlo è la senatrice Pd Stefania Pezzopane che, sulla vicenda del crollo e del sequestro dei balconi del Progetto Case, ha presentato un’interrogazione al governo. «Il grande inganno è definitivamente svelato», prosegue la senatrice. «Dopo il caso degli isolatori antisismici, che tali non erano e dei Map scadenti ed evacuati, l’ultimo colpo di scena dei balconi pericolanti svela il peccato originale della ricostruzione all’Aquila. All’epoca spacciata per grande miracolo, in realtà quella del Progetto Case rischia di essere un grande truffa, di cui tutti gli italiani dovrebbero indignarsi. Ottocento balconi sequestrati, perché costruiti con materiale scadente, e adesso alcuni dovranno essere addirittura demoliti. È una vergogna. L’Aquila è stata abbandonata a se stessa». Per la senatrice Pezzopane «sono le famiglie che ne pagano le più dure conseguenze e che devono affrontare un’altra dura prova di nervi. Dopo quasi sei anni di disagi continui, ci mancava solo l’esperienza di essere sigillati in casa. Non è certo pensabile che il Comune dell’Aquila possa fare da parafulmine a questo stato di cose. È stato lasciato solo a gestire questo carrozzone immobiliare, su cui alcuni hanno speculato. Ma dove sono le ditte che hanno costruito il Progetto Case? Spesso fallite o in liquidazione. Dove sono quelli che hanno collaudato le opere e le hanno dirette? Credo sia bene che la stessa Protezione civile, che ha gestito tutte le operazioni del piano Case, ovvero la realizzazione di circa cinquemila alloggi, produca un’ informativa dettagliata al governo sulla situazione». «Ragione per la quale chiedo al governo», conclude la senatrice del Partito democratico, «di sapere dalla Protezione civile chi sono i responsabili e se non sia il caso di affrontare con il Comune questa situazione».

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