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Data: 10/10/2014
Testata giornalistica: La Repubblica
Studenti pronti a marciare in 60 città contro Jobs Act e riforma della Scuola. Da Roma a Trieste, da Torino a Lecce: oggi previsti oltre sessanta cortei e manifestazioni

Si sentono espropriati: di diritti e di futuro. Argomento retorico tra gli altri, buono solo a costruire slogan a uso e consumo della ricerca del consenso politico. E non ci stanno: rivendicano centralità e coinvolgimento. Per partecipare, in modo attivo, alle politiche che tracciano la strada sulla quale dovranno costruirsi il futuro. Dieci ottobre, gli studenti italiani scendono in piazza: oltre sessanta cortei in altrettante città italiane. Quello principale partirà da piazza della Repubblica, Roma, alle nove e trenta del mattino. Decine di sigle, unite da una medesima critica: quella che tiene insieme Jobs Act e riforma della Scuola. Due binari su cui viaggia, spedito, il treno della “precarietà permanente”.

E quella del 10 ottobre è una giornata di protesta tutt’altro che estemporanea. Anzi: preparata con cura sui territori, nelle scuole e negli atenei. Ricercando, soprattutto, il dialogo con le altre parti sociali che in questo autunno stanno dando vita, giorno dopo giorno, alle protesta contro il governo di Matteo Renzi: dagli operai della Fiom e della Cgil fino ai movimenti per il diritto all’abitare, passando per le tante anime della sinistra sociale che, al tempo delle grandi intese permanenti, stanno cercando una nuova collocazione. Una preparazione scandita da azioni in molte città: come quella, di stamattina, all’esterno di Palazzo Chigi. O quella che li ha visti protagonisti al ministero dell’Economia.

“Ogni giorno sono stati fatti volantinaggi, flash mob, azioni di sensibilizzazione, incontri, assemblee pubbliche, tutto per creare un reale coinvolgimento degli studenti”, dice Alberto Irone della Rete degli Studenti Medi. Un coinvolgimento che ha come obiettivo la proiezione delle istanze degli studenti in un orizzonte che vada oltre lo studio. Da Link, uno dei sidacati studenteschi, dicono: “Usciti dall’università, venendo meno i luoghi collettivi in cui ritrovarsi e mettere insieme istanze e rivendicazioni, ci si è trovati troppo spesso soli a dover fare i conti con un mondo privo di qualsiasi tutela”. Un mondo in cui “non esistono retribuzioni, né strumenti di sostegno al reddito, né diritti, né strumenti minimi di democrazia; un mondo in cui il pubblico, inteso come garante dell’accessibilità e delle tutele, ha lasciato spazio enorme al privato”.

Sintetizza bene la piattaforma programmatica della giornata Gabriele Scuccimarra, dell’Unione degli Universitari. L’obiettivo polemico è la nuova disciplina del lavoro: “Il governo Renzi ha promesso una riforma che garantisse diritti a chi oggi non ne ha, ma in realtà il contenuto del Jobs Act, dai voucher alla mancanza di ammortizzatori universali, aumenterà la precarietà senza garantire nessuna tutela a chi entrerà nel mercato del lavoro. Una riforma portata avanti a colpi di fiducia e deleghe, senza ascoltare i giovani e rifiutando il confronto”. Toni simili da Link, uno dei sindacati studenteschi: “Mentre Renzi promette invano di far ripartire il lavoro, il governo riduce nuovamente i fondi per il diritto allo studio e la quota di finanziamento pubblico degli atenei”.

Ma se Roma e il governo Renzi rappresentano il luogo e il simbolo della protesta, c’è da sottolineare come la giornata del 10 ottobre sia stata pensata come una sorta di mobilitazione totale. Perché, in relazione alle politiche della conoscenza, ogni territorio ha la propria “questione” specifica. Ed ecco, allora, spiegate le cinque manifestazioni in Calabria, le quattro in Emilia Romagna, le sei in Puglia e le otto in Lombardia. In un elenco che subisce aggiornamenti di ora in ora. Edilizia scolastica, cittadinanza studentesca, borse di studio, mense universitarie: un catalogo degli orrori, la topografia del disagio di quei giovani italiani che non si rassegnano all’inazione, all’essere Neet, ma che cercano ancora la strada del sapere come accesso al mondo del lavoro.

E ad animare la giornata anche quei collettivi universitari che non si riconoscono in sigle specifiche. Le loro rivendicazioni: “Tutto gratis”: perché la formazione deve essere un sistema eccellente, pubblico e gratuito. “Tutti liberi”: perché gli studenti e le studentesse non vogliono che le loro scuole divengano come le “fabbriche di Marchionne”. “Tutti uguali”: perché ogni scuola deve essere eccellente, indipendentemente dal fatto che sia in centro a Milano o a Ballarò a Palermo. Collettivi che lanciano una contro-consultazione rispetto a quella proposta dal governo. Per raccogliere le “vere istanze” di chi non vuole rassegnarsi ad essere un “precario in formazione”.

E non ci si ferma al 10 ottobre. Gli studenti annunciano la loro partecipazione alla giornata del 25 ottobre, a Roma, in concomitanza con la manifestazione nazionale della Cgil. Poi il 17 novembre per la giornata internazionale dello studente.

Ecco la lista dei principali cortei previsti:

Abruzzo
PESCARA – Piazza Salotto ore 9

Calabria
REGGIO CALABRIA – Piazza Italia ore 9.30
COSENZA – Piazza Loreto ore 9.00
LAMEZIA TERME – Piazza della Repubblica ore 9.00
CORIGLIANO CALABRO – Liceo Scientifico F.Bruno ore 8.30
GIRIFALCO – Piazza Italia ore 9

Campania
NAPOLI – Piazza Garibaldi ore 9
AVELLINO Piazza d’armi ore 9
SALERNO – Sit in Piazza Ferrovia ore 9.30 e assemblee davanti alle scuole
NOCERA (verso Salerno) – Stazione ore 9.00
CAVA DEI TIRRENI – Piazza Lentini ore 9.00
CASERTA – Stazione ore 9.30

Emilia Romagna
FERRARA – Piazza Dante ore 10
PIACENZA – Liceo Gioia ore 9
BOLOGNA – Piazza San Francesco ore 9.00
RIMINI – Parco d’Augusto ore 8.30

Friuli Venezia Giulia
TRIESTE – Piazza Goldoni ore 8.30
UDINE – Piazzale Cavedalis ore 8.00

Lazio
ROMA – Piazza Repubblica ore 9.30
LATINA – Piazza del Popolo ore 9.00
CIVITAVECCHIA (Verso Roma) -Stazione ore 7.58
TIVOLI – Mutua Tivoli ore 9.00
FORMIA – Piazza Mattei ore 9.00

Liguria
GENOVA – Piazza Caricamento ore 9.00

Lombardia
MILANO – Piazza Cairoli ore 9.30
SESTO SAN GIOVANNI (MI) (verso MILANO) – Piazza Rondò ore 8.30
VARESE (verso MILANO) – Stazione FS di Varese ore 7.45
MONZA – Arengario di Monza ore 8.30
VIMERCATE (MB) (Verso Monza) – Omnicomprensivo ore 7.45
LECCO – Stazione FS
MANTOVA (Network Studentesco) – Viale Risorgimento, stazione APAM ore 8.30
BERGAMO – Piazza Marconi, Stazione FS ore 9.00
COMO – Piazza Cavour ore 9.00
BRESCIA – Piazza Garibaldi ore 9.00
CREMONA – via Palestro ore 9.00

Marche
JESI – Porta Valle ore 8.30

Molise
ISERNIA- 9:30 da Mr Mago
CAMPOBASSO – 10:00 da Piazza San Francesco

Piemonte
TORINO – Piazza Arbarello ore 9.00
ARONA – Piazza Stazione ore 9.00
ALESSANDRIA – ore 8,30 piazza del Cavallo (c.so Crimea)

Puglia
FOGGIA- Piazza Italia ore 9.00
BARI- P.zza Umberto I ore 9,30
BRINDISI – Tribunale ore 9,00
TARANTO – Arsenale (via di Palma) ore 9.00 -
LECCE- Largo Stazione ore 9.00
BARLETTA – Via Dante Alighieri ore 8.00

Sardegna
CAGLIARI – Piazza Garibaldi ore 9.30
CARBONIA – Piazza Roma ore 9.30
NUORO (verso CAGLIARI) – Viale Sardegna (Stazione ARST) ore 7

Sicilia
CATANIA – Piazza Roma ore 9.00
SIRACUSA – Molo S. Antonio pre 9.00
VITTORIA – Stazione ore 9.00
MESSINA – Piazza Antonello ore 9

Toscana
FIRENZE – Piazza San Marco ore 9
BORGO SAN LORENZO (verso Firenze) – Stazione ore 8.32
PISA – Piazza Guerrazzi ore 8.30
SIENA – Piazza della Posta ore 9.20

Veneto
BASSANO DEL GRAPPA – via Tommaso d’Aquino (Centro Studi) ore 7.30
PADOVA – Piazza delle Erbe ore 9
VENEZIA – Piazzale Roma ore 8.30
TREVISO – Piazzale Luca d’Aosta ore 8.30
VERONA – Stazione Porta Nuova ore 9

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