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Pescara, 24/11/2024
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Data: 10/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Voglio i nomi di chi ha votato contro l’art.18»

Caro Direttore, il Senato della Repubblica, con una maggioranza di eletti tramite ’Porcellum’, ha approvato la legge-delega per la soppressione dell’articolo 18 dello Statuto dei Diritti dei Lavoratori. A nulla è valsa la gagliarda opposizione del Movimento Cinque Stelle; a nulla è valso il dissenso della minoranza del Pd, che ha obbedito masochisticamente al ricatto della “questione di fiducia”. Questo ennesimo atto di violenza contro i lavoratori va condannato con forza: sia sul piano politico, perché rappresenta il trionfo del berlusconismo, paladino del padronato più reazionario, che finalmente si prende la rivincita definitiva sulle lotte operaie del 1968-69; sia sul piano morale, perchè legittimare comportamenti illeciti è atto immorale, vile, scellerato. L’articolo 18, infatti, non tutela il lavoratore da ogni licenziamento, ma soltanto dal licenziamento ingiusto; chi vuole abolire tale norma, vuole difendere l’arbitrio, il sopruso di fare licenziamenti ingiusti; ed allora, se non è un cretino, è un incivile, un autentico mascalzone. Caro Direttore, visto che la votazione in Senato è avvenuta a scrutinio palese, credo che la tragicità del momento imponga al tuo e nostro giornale di pubblicare i nomi ed i cognomi di tutti i parlamentari che hanno votato a favore dell’atto sciagurato, affinchè tutti i cittadini sappiano da chi dovranno guardarsi, quando la dittatura che si va instaurando compirà atti ancora più violenti contro la democrazia.
Nando Spera, Avezzano

Non possiamo pensare che chiunque la pensa diversamente da noi sia un cretino, un incivile e un autentico mascalzone. Vediamo, con serenità, che cosa davvero cambia: non verrà toccato (e vorrei vedere) il reintegro nel posto di lavoro per licenziamenti discriminatori, legati per esempio al credo politico o religioso del dipendente. Non ci sarà reintegro, invece, per i cosiddetti “licenziamenti economici”, legati cioè alle difficoltà di mercato delle aziende: in questo caso il lavoratore avrà diritto a un indennizzo, che cresce in proporzione all’anzianità di servizio. Quanto ai licenziamenti di carattere disciplinare, il reintegro da parte del giudice avverrà solo nel caso in cui il giudice accerti una violazione grave da parte dell’azienda. Il tutto, comunque, sarà vigente solo quando arriveranno i decreti attuativi, nella prima parte del 2015. E si applicherà solo ai nuovi assunti, primo lavoro o cambio d’azienda che sia. direttore@ilcentro.it

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