Decollo previsto, ore 11.50, un’ora scarsa di volo fino a Orio al Serio, poi la navetta fino alla stazione di Milano centrale. In tempo per gli appuntamenti del pomeriggio: affari, salute, studio per la maggior parte dei 120 viaggiatori prenotati sul volo Ryanair in partenza da Pescara ieri mattina. Di ora in ora, però, la partenza è slittata fino al pomeriggio inoltrato. E quando finalmente, alle 18,40, l’aereo ha toccato terra a Bergamo, per i 90 che alla fine si sono imbarcati era ormai tardi anche per recuperare gli impegni della serata. Gli altri trenta hanno rinunciato al viaggio via, per appuntamenti saltati o coincidenze perse. Un viaggio da dimenticare.
Rabbia alle stelle, per buona metà della giornata di ieri, all’aeroporto d’Abruzzo dove l’odissea dei viaggiatori Ryanair si è consumata tra annunci, contrordini, proteste e informazioni sempre più difficili da scucire al personale dello scalo e della compagnia. A poco sono valse le premure riservate ai protagonisti dell’odissea, coccolati - si fa per dire - con un paio di buoni da cinque euro l’uno per rifocillarsi al bar dell’aeroporto, con divieto di lasciare lo scalo per servirsi in altri locali e con esclusione rigorosa delle bevande alcoliche.
Alla base della disavventura, un guasto tecnico dell’aeromobile impiegato sulla tratta Pescara-Charleroi, in partenza giusto cinque minuti prima del Pescara-Bergamo. I responsabili della compagnia hanno deciso di invertire gli aeromobili, confidando in un rapido intervento tecnico di riparazione e in un disagio minimo per i viaggiatori destinati a Milano che si sono visti scippare l’aereo sotto il naso. A loro è stato chiesto di pazientare un’ora. La diagnosi del guasto e l’intervento di riparazione hanno però chiesto un tempo assai più lungo, soprattutto per la difficoltà di reperire un pezzo di ricambio, che alla fine è stato chiesto in prestito ad una flotta privata.
La sequenza dei rinvii è stata questa, raccontano alcuni dei viaggiatori dalle 12.50 alle 15.30, poi alle 16.30 per finire, dopo alcuni minuti di totale black out della comunicazioni, all’appuntamento per l’imbarco alle 17.10. Il decollo, dopo un’ulteriore parentesi di stand by sul piazzale con i motori accesi, è avvenuto alle 17.45. Sei ore più tardi del previsto.
Nel frattempo, dall’aeroporto di Pescara, si sono levati in volo gli aerei di Ryanair diretti a Charleroi, Barcellona (14.50 e 15.05), Francoforte (17.05). Inutili, di fronte ad esigenze di tempi pressanti e documentate, la richiesta di utilizzare uno di questi aeromobili, condividendo il disagio con i passeggeri in partenza nel pomeriggio per le altre destinazioni. Il piano dei voli di Ryanair, è stato spiegato, non avrebbe permesso di ricomporre gli incastri di arrivi e partenze dai vari scali europei. Impossibile, allo stesso tempo, trovare un altro aereo della stessa flotta o di altre compagnie. Spiegazioni che non hanno convinto fino in fondo i viaggiatori, soprattutto quelli che sono stati costretti ad annullare il viaggio, che con il giusto preavviso avrebbero fatto in tempo a riproteggersi con il volo Alitalia del pomeriggio, con treni o mezzi privati. La protesta ha raggiunto, in alcuni momenti, toni piuttosto accesi, anche se la situazione non è mai sfuggita i mano al personale della Saga.