PESCARA Da quando Luciano D’Alfonso ha annunciato, nella conferenza stampa dei «cento giorni», l’ingresso di Abruzzo civico nella squadra di governo, non passa giorno che non si intreccino ipotesi alternative a quella di cui parliamo ormai da giorni, quella su cui ragiona lo stesso governatore: Mario Mazzocca, Sel, spostato da assessore a sottosegretario accessoriato di deleghe solide, e Andrea Gerosolino, Ac, al suo posto quale assessore.
Gira gira, la ruota ritorna da quelle parti. Delle proteste di Sel abbiamo detto, delle rassicurazioni fornite da D’Alfonso anche: ma non ci si schioda da quell’ipotesi, stanti le difficoltà di invitare uno tra Donato Di Matteo e Dino Pepe a farsi da parte, e stante l’insistenza di Ac, con i suoi dirigenti Giulii (Borrelli & Sottanelli), nel rivendicare un assessorato alla luce del cospicuo risultato elettorale.
L’ultima suggestione che avanza nelle stanze democrat, e più in generale nei corridoi dei sussurri dove pascola il centrosinistra, ha il nome di Giovanni Lolli. Ma come: ricominciamo? Prima tutto ’sto can can per convincere Lolli a rinunciare al posto da deputato liberato da Giovanni Legnini per restare vice presidente della Regione, e adesso? Il fatto è che nel Pd e tra gli alleati c’è chi non ha condiviso la scelta del Serenissimo Luciano di trattenere Lolli per favorire l’approdo a Roma del fedelissimo Gianluca Fusilli. I mormoratori suggeriscono l’opportunità di lasciare libero Lolli di tornare a Roma, inserendo in giunta Gerosolimo senza colpo ferire, soprattutto senza Mazzocca ferire. Quanto al nuovo vice presidente si vedrà. Ma come potrebbe mai D’Alfonso tornare indietro dopo aver annunciato la permanenza di Lolli e l’assunzione al soglio di Montecitorio di Fusilli? Per il pescarese sarebbe una nuova doccia gelata, e il Serenissimo non intende azionarla. Certo, in politica mai dire mai, ma pare ipotesi azzardta.
Però, però: un altro mattoncino sull’ipotesi-Lolli lo mettono voci romane che vogliono Giovanni l’Aquilano ben gradito in ambito renzian-governativo, tanto che per lui si aprirebbero spiragli per quel sottosegretariato alla ricostruzione del capoluogo che Stefania Pezzopane rivendica per sè ma non riesce ad ottenere, se non accontentandosi di una delega senza incarico a Palazzo Chigi, delega senza incarico che la irrita e della quale si lamenta con la dirigenza regionale Pd tacciata di mancato convinto sostegno. Insomma, quest’ingresso di Ac nell’esecutivo rischia di creare più insidie del preventivato alla serenità del Serenissimo.