I trasferimenti statali per il trasporto pubblico locale «devono essere versati direttamente alle Città metropolitane», senza passare dalle Regioni, in un quadro in cui ai nuovi enti locali di secondo livello vengano assicurate «risorse proprie», da indicare nero su bianco nella legge di stabilità, per dare propulsione alla riforma che interessa le grandi città italiane. La linea di Ignazio Marino, che da tempo chiede una maggiore autonomia della Capitale sulla programmazione e la gestione del tpl, ha fatto breccia tra gli suoi colleghi dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, che ieri ha riunito a Firenze il coordinamento dei sindaci delle Città metropolitane.
LE RICHIESTE
L’inquilino del Campidoglio aveva affrontato il tema dei fondi del trasporto pubblico anche durante la discussione sul piano di rientro, chiedendo che fosse il governo a indicare, nel decreto conclusivo, la somma destinata a Roma per questo settore. Per ora è la Regione a dover destinare i fondi a Palazzo Senatorio: quest’anno la Pisana è arrivata a 140 milioni di trasferimenti, con l’impegno di salire a 180 nel 2015. Ma per il Comune di Roma servono 240 milioni annui per garantire il servizio. Ora, Marino ha portato la sua proposta a livello nazionale, incontrando il favore dell’Anci. «Noi sindaci, che mettiamo la faccia ogni giorno, chiediamo di avere risorse dirette per il tpl e per utilizzare direttamente i fondi dell’Unione europea - sottolinea il chirurgo dem - I sindaci devono rispondere a temi come asili nido, organizzazione della raccolta dei rifiuti, trasporto. Visto che ci mettiamo la faccia, vogliamo anche le risorse per rispondere ai nostri cittadini». La richiesta avanzata al governo sul trasporto pubblico «non è una rivendicazione politica, ma un’assunzione di responsabilità rispetto alle esigenze sinora disattese dei cittadini - commenta l’assessore capitolino alla mobilità Guido Improta - Affrontare i problemi di mobilità urbana rappresenta oggi una delle maggiori sfide del settore dei trasporti».
IL CONSIGLIO
Dopo il voto di domenica scorsa, intanto, continua l’iter politico per l’effettivo avvio della Città metropolitana di Roma. Martedì 21 ottobre dovrebbe riunirsi per la prima volta il nuovo parlamentino, composto dai 24 consiglieri comunali eletti, a Palazzo Valentini. Il consiglio metropolitano dovrà innanzitutto redigere lo statuto dell’ente, entro il 31 dicembre, in modo da far partire l’attività amministrativa dal 1° gennaio. Per allora Marino, che guiderà di diritto il nuovo ente, dovrà sciogliere le riserve sulla scelta del vice sindaco. Favorito d’obbligo, dopo il brillante risultato delle urne, è il presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti, anche se dall’hinterland sono forti le spinte a favore di Mauro Alessandri, sindaco di Monterotondo.