L’AQUILA Si avvicina la scadenza per il pagamento della prima rata Tasi, fissata al 16 ottobre. Sono chiamati a versare l’acconto, sulla base dell’aliquota che il Comune dell’Aquila ha fissato al 2 per mille, tutti i proprietari di una casa – compresa la prima abitazione – e i fruitori di un alloggio a qualunque titolo, affittuari e comodatari. Anche i residenti nel progetto Case e nei Map dovranno versare la Tasi, ma nella misura del 30 per cento rispetto alla somma totale, come per tutti gli affittuari. Il governo, su proposta dell’Associazione nazionale dei comuni italiani, sta lavorando a un progetto complessivo, che potrebbe far slittare la scadenza della prima rata della Tasi al 30 novembre, ma in assenza di una proroga si dovrà procedere al pagamento, pena una sanzione dell’1 per cento sull’importo dovuto. Importo da calcolare in base alla rendita catastale dell'immobile. «Il Comune dell’Aquila ha mantenuto l’aliquota al 2 per mille, tra le più basse in Italia», sottolinea l’assessore al bilancio Lelio De Santis, «per le particolari condizioni che vive la nostra città. Dobbiamo ricordare che la Tasi ingloba una serie di servizi indivisibili, comprese pubblica illuminazione e viabilità: pur nelle ristrettezze finanziarie e con l’assenza di trasferimenti di risorse importanti dallo Stato, il buon senso politico ci ha suggerito di adottare un’aliquota bassa, per evitare un ulteriore aggravio sulle tasche dei cittadini». L’introito complessivo stimato per le casse comunali è di quattro milioni di euro. «La prima rata va pagata entro il 16 ottobre, il saldo entro il 16 dicembre», ricorda De Santis, «la Tasi è a carico di tutti i proprietari di un’abitazione e dei fruitori delle stesse, sia affittuari che comodatari». Nel caso di abitazioni in affitto, al proprietario spetta una quota pari al 70 per cento dell’importo totale, mentre il 30 per cento è a carico dell’affittuario. «Quota, quest’ultima, applicata anche agli assegnatari degli alloggi del Progetto Case e dei Map», spiega De Santis, «in realtà, la somma da pagare per le case in affitto oscillava tra il 10 e il 30 per cento: volutamente ci siamo orientati verso il tetto massimo per stimolare i proprietari di abitazioni a mettere sul mercato alloggi con fitti regolari e calmierare la richiesta e i prezzi, con l’opportunità di sgravarsi del 30 per cento della Tasi». Un'operazione volta a scoraggiare un fenomeno che ha caratterizzato negativamente la fase post-sisma: l’affitto delle poche case disponibili, soprattutto nei primi anni dopo il terremoto, a prezzi stratosferici e per molti inaccessibili. «Il quadro economico della nostra città è ancora molto difficile», conclude l’assessore De Santis, «anche per questo abbiamo stabilito una soglia minima per la Tasi, la più bassa tra le città abruzzesi e tra quelle italiane, pur avendo necessità di maggiori risorse in bilancio». Intanto, è scattata la corsa ai Caf e agli studi dei commercialisti, presi d'assalto per il calcolo della nuova tassa.