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Pescara, 24/11/2024
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13/10/2014
La Repubblica
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La Cgia di Mestre: un'abitazione civile per tre persone a Bologna arriva a costare oltre 1.600 euro. Il rapporto Uil: nei capoluoghi la sola tassa sui servizi costa in media 191 euro, per il 54% delle famiglie il conto è più salato che l'Imu del 2012. In cassa in 15 milioni per l'acconto entro il 16 ottobre
MILANO - Tra tasse sui rifiuti e sui servizi dei Comuni, l'autunno degli italiani è diventato una gimkana tra bollettini e aliquote, possibilità di detrazioni e formule complicate per cercare di determinare quanto versare allo Stato senza incorrere in sanzioni. E mentre il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, promette di unificare le imposte riconducibili alla casa, per il momento ci si barcamena con carta, penna e calcolatrice per cercare di risolvere il rebus delle imposte.
Secondo i dati diffusi dalla Cgia, tra le grandi città italiane le tasse comunali più elevate si registrano a Bologna, a Roma, a Bari e a Genova. L'Ufficio studi dell'associazione di Mestre è giunto a questo risultato calcolando il prelievo che una famiglia tipo di tre persone dovrà subire quest'anno per onorare il pagamento della Tari (la nuova tassa sui rifiuti), della Tasi (il tributo sui servizi indivisibili) e dell'addizionale comunale Irpef. La sola tassa sui servizi, aggiunge un altro studio del Servizio Politiche territoriali della Uil, arriva a costare in media 191 euro nei Capoluoghi, con punte di ben 429 euro.
SPECIALE TASI: Scadenza il 16 ottobre, la guida per non sbagliare
Guardando ai dati della Cgia, nel caso di un'abitazione di tipo civile A2, è il Comune di Bologna a praticare il livello di tassazione medio più elevato tra le grandi città d'Italia: per l'anno in corso, il peso economico complessivo dei balzelli comunali è pari a 1.610 euro. Seguono Genova, con 1.488 euro, Bari, con 1.414 euro e Milano, con 1.379 euro. Se, invece, l'analisi viene realizzata su un'abitazione di tipo economico A3 (che è di minor pregio rispetto all'immobile preso in esame nel caso precedente), a balzare al primo posto di questa speciale graduatoria è Roma, con 1.100 euro. Seguono Bari, con 1.079 euro, Napoli, con 1.000 euro e Genova, con 961 euro.
"Il forte aumento dalla tassazione comunale registrato in questi ultimi anni - commenta il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - è da addebitare, in particolar modo, ai pesantissimi tagli ai trasferimenti che lo Stato centrale ha praticato nei confronti degli enti locali. Tra il 2010 e il 2014, i Sindaci di Bologna, Roma e a Bari hanno subito una sforbiciata delle risorse del 48%: Milano del 63% e Venezia addirittura del 66%. Con questi tagli i Comuni sono stati obbligati a ridurre i servizi e ad aumentare le tasse locali, penalizzando soprattutto le famiglie meno abbienti".
Secondo i dati dell'Ufficio studi della Cgia, per quanto riguarda l'addizionale Irpef in quasi tutte le città l'addizionale comunale ha raggiunto l'aliquota massima dello 0,8% (Roma applica addirittura lo 0,9%). Solo quattro Amministrazioni hanno applicato una aliquota inferiore: Bologna (0,7%), L'Aquila (0,6%), Aosta (0,3%) e Firenze (0,2%). Nell'analisi si sono considerate le addizionali comunali pagate nel 2014, in pratica sono quelle di competenza nell'anno di imposta 2013.
Venendo invece alla Tasi, torna utile il resoconto del Servizio Politiche Territoriali della Uil. Il sindacato ricorda che alla scadenza del 16 ottobre verranno chiamati in cassa a pagare l'acconto (50% del dovuto annuo) i cittadini di 5.279 Comuni, tra i quali 66 capoluoghi. Sono 15 milioni di proprietari di prima casa, più - in molti comuni - gli inquilini chiamati a versare il tributo per una quota di competenza (il 10% a Milano, il 20% a Roma).
TASI: ecco dove si paga di più e di meno
"Il costo medio della Tasi - spiega Guglielmo Loy, Segretario Confederale Uil - sarà di 148 euro (74 euro da versare con l'acconto), ma se si prendono a riferimento le sole città capoluogo l'importo sale a 191 euro medi (96 euro per l'acconto), con punte di 429 euro". Aggiornando le ultime stime, i ricercatori della Uil concludono che la media dell'aliquota applicata dai 105 capoluoghi di provincia si consolida al 2,63 per mille (superiore all'aliquota massima "ordinaria" del 2,5 per mille, alla quale i sindaci hanno potuto aggiungere uno spazio unteriore dello 0,8 per mille purché fosse legato a detrazioni), seppur "addolcita" dalle singole detrazioni introdotte dai relativi Comuni: la Uil calcola almeno 100 mila combinazioni diverse. L'aliquota media complessiva applicata in tutti i Comuni è dell'1,99 per mille.
Nel complesso, chiosa Loy, "è vero che il costo della Tasi sarà leggermente più basso dell'Imu, ma la distribuzione della nuova tassa è meno equa: pagherà un po' di più chi prima era esente o pagava cifre basse e pagheranno molto meno i proprietari di quelle abitazioni con rendite catastali elevate". Simulando i pagamenti soggettivi delle famiglie nei capoluoghi, emerge che per 1 famiglia su 2 il costo della Tasi è maggiore dell'Imposta municipale.
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