ROMA A quarantotto ore dal varo della legge di stabilità continuano ad incrociarsi indiscrezioni e ipotesi sugli assi principali della manovra. Per ora l’unica certezza sembra essere quella della scure sulla spesa che, diversamente dalle ipotesi del commissario alla spending review Cottarelli, insisterà sui vecchi binari: enti locali e ministeri. Complessivamente la legge, che non è altro che la vecchia finanziaria, varrà 24 miliardi: 11,5 di maggiore deficit e 10-11 miliardi di tagli. Comuni e Regioni. I comuni dovrebbero subire una contrazione di spesa per 1,5 miliardi e 500 milioni dalle ex Province. Altri 3 miliardi saranno chiesti alle Regioni, la metà grazie ad un intervento sugli acquisti della Pa. Confermato il rispetto del Patto per la Salute siglato alla conferenza Stato-Regioni e quindi solo 600-700 milioni complessivi di razionalizzazione della spesa che interesseranno anche le convenzioni dei privati con il Servizio sanitario nazionale. Palazzo Chigi si aspetta di poter ottenere almeno 500 milioni di risparmi dalla razionalizzazione delle aziende controllate e\o partecipate dagli enti locali. Ministeri e Tfr. Per i dicasteri la spesa dovrebbe essere ridotta di 4 miliardi, con al centro lo Sviluppo Economico e Welfare chiamati ad una revisione soprattutto delle voci di bilancio delle strutture centrali. Torna in forse l’intervento sul 50% del Tfr in busta paga dopo le preoccupazioni manifestate dalle imprese. Tassa unica sulla casa. Mercoledì dovrebbe essere approvato anche il decreto legislativo di semplificazione fiscale che introduce dal prossimo anno la dichiarazione dei redditi precompilata, l’indicazione di due tax day in cui concentrare tutti pagamenti e il ritorno alla tassa unica sulla casa, invece che il pagamento di Tasi, Imu e Tari. L’obiettivo sarebbe quello di effettuare una suddivisione tra le tasse che vanno ai Comuni e quelle che incasserebbe lo Stato: ai Comuni andrebbe il prelievo sugli immobili, da tassare con un’unica imposta con detrazioni nazionali, che dovrebbe contenere anche l’imposta sulla raccolta dei rifiuti. I sindaci otterrebbero anche il gettito della tassazione degli stabilimenti produttivi, gli immobili di categoria D, la cui Imu oggi è incamerata dallo Stato. Sanatoria fiscale. La legge di stabilità farà i conti anche con gli incassi previsti dalla voluntary disclosure (dichiarazione volontaria) che oltre alle violazioni riguardanti le attività detenute all’estero verrà estesa anche ai mancati pagamenti di imposte sui redditi come Irpef, Irap e Iva in Italia. Secondo la proposta di legge sul rientro dei capitali, la procedura di collaborazione è stata estesa alle violazioni in materia di imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive, imposta regionale sull’attività produttive e imposta sul valore aggiunto, nonché alla violazioni relative alla dichiarazione dei sostituti d’imposta. Entro il settembre 2015 sarà possibile ottenere sconti ed evitare denunce penali per mancati versamenti non effettuati sino al settembre 2014 che non siano stati oggetto di procedure di accertamento.