Una petizione per sostenere la proposta di aggiornamento ed estensione dello Statuto dei lavoratori. Si chiama "Lo voglio anche io!" ed è lanciata dal Nidil Cgil, con lo slogan "i diritti vanno estesi, non eliminati"
Una petizione online (su Avaaz) per sostenere la proposta di aggiornamento ed estensione dello Statuto dei lavoratori. Si chiama “Lo voglio anche io!” ed è lanciata dal Nidil Cgil, con lo slogan “i diritti vanno estesi, non eliminati”. Si tratta di una delle molte iniziative sindacali in vista della manifestazione del prossimo 25 ottobre a Roma. "I lavoratori sono ancora una volta sotto attacco", spiega il sindacato nella petizione online. "Con la scusa di eliminare le discriminazioni fra lavoratori di 'serie A' e 'serie B', il governo sta infatti tentando di cancellare diritti conquistati con decenni di lotte democratiche: non solo l’articolo 18, ma anche il diritto a non essere sorvegliati dal datore di lavoro e a non subire demansionamenti". Tutto ciò, per il Nidil Cgil, "è semplicemente assurdo: i diritti non vanno eliminati, ma aggiornati ed estesi a tutti coloro che – per colpa delle leggi varate negli ultimi anni da governi e Parlamento – ne sono esclusi: co.pro., co.co.co., occasionali, partite Iva individuali, associati in partecipazione, ecc.
Lo Statuto dei diritti dei lavoratori, scritto nel 1970, secondo il Nidl Cgil "deve essere salvaguardato e aggiornato per estendere i diritti previsti a TUTTI e per INSERIRNE DI NUOVI, adeguati alle mutate esigenze di lavoratrici e lavoratori e ai cambiamenti del mercato del lavoro. La CGIL sostiene da anni che è necessario ridurre drasticamente il numero di tipologie dei contratti che permettono ai datori di lavoro di risparmiare sulla pelle delle persone, specie dei giovani, senza offrire un vero lavoro e un futuro".
Le richieste contenute nella proposta di estensione dello Statuto comprendono:
- retribuzioni e compensi in grado di garantire un’esistenza libera e dignitosa;
- il diritto a non essere licenziato senza una giusta causa o un giustificato motivo;
- il diritto di lavorare in ambienti salubri e sicuri;
- il diritto alla formazione e all'aggiornamento professionale, in una società che chiede sempre più saperi di qualità;
- il diritto a organizzarsi sindacalmente per rappresentare i problemi del lavoro;
- la tutela della maternità, del diritto al riposo e al recupero psico fisico delle forze, la copertura della malattia e degli infortuni.
Cgil, Nord e Sud insieme verso il 25 ottobre
"Per riunificare il mondo del lavoro". Giovedì 16 ottobre a Cosenza l'assemblea di quadri e delegati calabresi e lombardi in vista della manifestazione nazionale in piazza San Giovanni a Roma. Le conclusioni del segretario generale Susanna Camusso
Si aprirà con un corteo da piazza della Vittoria per concludersi all’Auditorium del Palazzo del Governo, in Piazza XV Marzo a Cosenza, l’iniziativa dal titolo “Nord e Sud insieme verso…..il 25 ottobre. Lavoro, dignità, uguaglianza, per cambiare l’Italia”, l’assemblea di gruppi dirigenti, delegati e pensionati che la Cgil della Calabria e della Lombardia hanno voluto organizzare insieme per la mattinata di giovedì 16 ottobre in vista della manifestazione nazionale di Roma.
Dalla Lombardia al Sud, dunque, “per riunificare il mondo del lavoro, per costruire una proposta della confederazione che metta al centro il lavoro, l’uguaglianza, la coesione sociale e uno sviluppo equilibrato e più giusto in ogni parte del Paese”.
Sarà il segretario generale Susanna Camusso a tirare le conclusioni dell’assemblea, alla quale interverranno Giovanni Donato (segretario generale Cgil Cosenza), Michele Gravano (segretario generale Cgil Calabria), Elena Lattuada (segretario generale Cgil Lombardia) e Fausto Durante (responsabile Cgil del Segretariato Europa).
“Insieme a loro - conclude la nota dei promotori - parleranno quadri e delegati delle due strutture regionali, di aziende in crisi, del pubblico impiego, dei pensionati; un mondo del lavoro variegato cui dare voce, nella consapevolezza che solo facendo vivere una dialettica feconda tra realtà così diverse è possibile costruire il futuro dell’Italia tutta intera”.