TERAMO Una cartina di tornasole non solo per gli equilibri interni al centrodestra provinciale, dove a pesare è stato soprattutto lo strappo con la Val Vibrata, ma soprattutto per quelli interni all'amministrazione comunale di Teramo dove gli scontenti della maggioranza hanno contributo, anche se solo con due voti, all'elezione di Renzo Di Sabatino. Ed è questo, forse, il dato più importante di queste elezioni di secondo livello che dopo cinque anni di governo del centrodestra hanno riconsegnato la Provincia a quel Pd che fino a qualche giorno fa sembrava essere partito in svantaggio rispetto agli avversari. «Siamo partiti con un gap notevole, lo abbiamo recuperato perché abbiamo speso del tempo a spiegare la nostra idea di Provincia. Credo sia stato apprezzato il mio approccio istituzionale - commenta Di Sabatino che solo domenica aveva festeggiato anche il compleanno - la proposta di far diventare questo ente una casa a servizio dei Comuni accelerando il processo di riforma del legislatore». Ma in realtà queste elezioni più che una vittoria del centrosinistra hanno decretato la sconfitta del centrodestra, tradito da sindaci e consiglieri che non hanno apprezzato l'imposizione dall'alto della candidatura del sindaco di Atri Gabriele Astolfi. E a dimostrarlo è il voto analizzato comune per comune. Tanto che se a Colonnella e a Corropoli su 16 voti disponibili solo 2 sono andati al candidato presidente del centrodestra, ad Alba Adriatica il sindaco Tania Piccioni, eletta nella fila dei consiglieri, ha raccimolato più voti di Astolfi che per primo ha ammesso il tradimento. «Se queste persone che si vendono per un pezzo di pane sono di centrodestra è meglio non averle - commenta serafico come sempre Astolfi - In questo caso il centrodestra è finalmente rinato. Sappiamo dove il voto è stato mancante e non è certo solo Teramo, questo tengo a precisarlo. Il voto è stato trasversale, soprattutto in Val Vibrata. Resta il rammarico che l'unica provincia che poteva essere vinta dal centrodestra è stata consegnata al centrosinistra da qualche sindaco che si definisce di centrodestra che ha fatto scelte diverse. Avessero almeno l'onestà di ammetterlo». Toni pacati quelli di Astolfi, così come quelli del sindaco di Teramo e coordinatore provinciale di Forza Italia Maurizio Brucchi che non ci sta a finire sulla graticola e che parla di un voto dai «marginali risvolti politici che comunque saranno oggetto di approfondita valutazione». Adesso, comunque, si guarda al futuro, con il nuobo consiglio che sarà composto da Vincenzo Di Marco, Barbara Ferretti, Mauro Scarpantonio, Flaviano De Vicentiis, Maurizio Verna, Piergiorgio Possenti per la Casa dei Comuni, Tonia Piccioni, Franco Fracassa, Severino Serrani per La Forza del territorio con Astolfi, Massimo Vagnoni, Graziano Ciapanna, Nicola Di Marco per la Costituente popolare per Teramo. Tra gli eletti tre sindaci (Piccioni, Di Marco, Serrani).