Dissesto idrogeologico, Forza Italia torna ad attaccare il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, reo di aver penalizzato Pescara. Il capogruppo "azzurro" a Palazzo dell'Emiciclo, Lorenzo Sospiri, aveva denunciato un mese fa il mancato inserimento del capoluogo adriatico nella lista delle priorità. «Fra le località della nostra provincia meritevoli di attenzione - rivela Sospiri - non c'è Pescara, in compenso c'è Lettomanoppello (paese natìo di D'Alfonso, ndr ), che ha ricevuto oltre due milioni di euro per interventi di messa in sicurezza del suo territorio». Sospiri rincara la dose chiamando in causa anche il sindaco Marco Alessandrini, reo a sua volta «di stare zitto e di non farsi sentire presso il numero uno della Regione». Però di recente è maturato un fatto nuovo ed è lo stesso esponente forzista a rivelarlo. «Il vice sindaco Enzo Del Vecchio ha scritto una lettera a D'Alfonso nella quale si chiede il reinserimento di Pescara nel novero delle città che necessitano di risorse per la messa in sicurezza. Faccio notare sommessamente che noi, quando eravamo alla guida di Regione e Comune, non ci siamo limitati alle letterine, ma abbiamo fatto la voce grossa, io l'ho fatta più volte con Chiodi perché, prima degli ordini di scuderia, vengono le esigenze dei cittadini del territorio che ci hanno delegato a rappresentarli». Operazione che Sospiri rivendica con orgoglio, ad esempio, per i 3 milioni di euro necessari a rinforzare gli argini del fiume, intervento propedeutico, fra l'altro, alla realizzazione del Ponte Nuovo. «Questa opera consentirà di dare tranquillità ai pescaresi nel caso di un'ondata di piena del fiume: con un sistema elettronico collegato alla Protezione civile, i cancelli a tenuta stagna daranno l'allarme e si chiuderanno automaticamente a un'altezza di due metri, convogliando così il fiume a defluire verso il mare». Insomma, per Sospiri la Regione targata centrosinistra si sta rivelando «matrigna» con Pescara, se è vero che, nella ripartizione delle risorse destinate alle quattro province, Pescara ha in previsione 19,5 milioni di euro rispetto ai 29,4 dell'Aquila, ai 23,7 di Teramo e ai 34,9 di Chieti. Le ferite del caso-Genova sono troppo fresche, conclude Sospiri, «per non sollecitare le nostre istituzioni ad allargare i cordoni della borsa quando si parla di difesa del territorio. Perché se le calamità naturali non sono prevedibili, si può e si deve lavorare a un piano di prevenzione». E D'Alfonso? Ieri il presidente non ha risposto nel merito, occupandosi di quattro grandi progetti del futuro, uno per ogni città capoluogo. Riguardo Pescara, D'Alfonso ha dato assicurazione dell'impegno e della vicinanza della Regione alla valorizzazione dell'ex Cofa, per la cui demolizione si conoscerà a giorni il contraente. D'Alfonso pensa, inoltre, a una rivoluzione per tutti gli altri «ex» edifici che si trovano a Pescara, compreso quello dell'ex Fea. Il presidente ha anche richiamato l'attenzione del Comune a una soluzione per l'area di risulta, «uno scandalo pubblico di 120 mila metri quadrati, un museo dell'inadempienza per il quale siamo disposti a valutare forme di coinvolgimento ma su progettazione sicura». In merito all'aeroporto, infine, il presidente ha dichiarato di «valutare l'idea, sul modello di quanto fatto a Firenze, di un patto con un gestore aeroportuale perché quello che conta non è la proprietà, ma quanti voli ci sono e quanti biglietti riusciamo a vendere».