La battuta non è nostra ma del principale sito di gossip italiano. Per Dagospia la manovra lievita come un soufflé, passando da 20 a 25 e ora 30 miliardi di euro: speriamo però che come i soufflé non si sgonfi. Già, perché finora siamo alle promesse e ancora una volta mancano i fatti. Matteo Renzi di fronte agli industriali ha detto che toglierà l’Irap: finalmente verrebbe da dire. Però non è chiaro quando l’odiata tassa sparirà, mentre ancor più oscuro è con quali soldi il presidente del Consiglio andrà a tappare il buco di bilancio che si creerà senza quell’imposta. Di sicuro c’è solo che il premier si è esposto in prima persona e ora, per non perdere la faccia, è costretto a improvvisare una soluzione. Cosa non facile, ovviamente, perché tutti, in particolare i contabili del ministero dell’Economia, sanno che i soldi non ci sono. Per questa ragione, Renzi sembra sempre più uno di quei giocatori d’azzardo professionisti, che essendo abituati a bluffare lo fanno senza stare a pensarci troppo, senza rendersi conto cioè che, alzando ad ogni giro la posta, il gioco si fa pericoloso e si rischia di pagar caro la sbruffonata. Fino all’altro ieri, cioè prima che il presidente del Consiglio si recasse a Bergamo per omaggiare i vertici confindustriali, era evidente che il governo sui numeri era in difficoltà. Al punto che perfino i più addentro alle segrete cose faticavano a capire che diavolo sarebbe stato scritto nella legge di Stabilità. Dopo lunedì, però, capire come funziona la manovra che dovrebbe convincere Bruxelles a dare il via libera si fa, se possibile, ancora più difficile. In sintesi Renzi ha promesso un taglio di tasse e un bonus fiscale per le fasce di reddito più basse che da soli si portano via più della metà delle risorse, poi viene il resto.