ROMA Calo dei lavoratori iscritti, aumento della spesa per ammortizzatori sociali, conti in rosso per 8,7 miliardi e reddito da pensione inferiore a 1.000 euro per 6,8 milioni di pensionati (il 43,5%): il bilancio sociale dell’Inps per il 2013 fotografa una situazione economica ancora difficile sia sul fronte degli iscritti sia di coloro che sono già in pensione. Meno di mille euro. Il 43,5% dei pensionati in Italia può contare su meno di 1.000 euro al mese (6,8 milioni, 2,1 dei quali con meno di 500 euro). La percentuale è in calo rispetto al 2012 quando era al 45,2% (7,2 milioni di pensioni) grazie ai nuovi assegni liquidati che sono più alti. Solo il 4,3% dei pensionati ha redditi da pensione superiori ai 3.000 euro al mese (676.000 persone) per una spesa di 38 miliardi di euro (52,4 miliardi la spesa per i 6,8 milioni di persone con meno di mille euro). Conti in rosso. Nel 2013 l’Inps ha avuto 406 miliardi di uscite, 303 dei quali per prestazioni istituzionali. Le entrate sono state pari a 398 miliardi, il saldo è negativo di 8,7 miliardi, in miglioramento di circa un miliardo rispetto al 2012 (era a -9,7 miliardi). Crollo dei dipendenti pubblici. Dopo l’arretramento del 2012 (130.000 dipendenti pubblici in meno) il blocco del turn-over colpisce ancora causando una flessione di altre 64.000 unità (-2,1%). I lavoratori pubblici iscritti a fine 2013 erano 3.039.536 dai 3,23 milioni di fine 2011. Nel complesso a fine 2013 i lavoratori iscritti erano 21,9 milioni con un calo di 357.126 lavoratori rispetto a un anno prima (-1,6%). Se si guarda alla consistenza media annua tra i dipendenti sono diminuiti soprattutto gli operai (quasi 230.000 in meno pari a un -3,5%). Ammortizzatori. La spesa per gli ammortizzatori sociali nel 2013 al netto dei contributi figurativi, è risultata pari 14.514 milioni, con un aumento di 1.982 milioni (+15,8%) sul 2012. Se a tale importo si aggiunge la spesa per contributi figurativi di 9.077 milioni si ha una spesa di 23.591 milioni di euro (+4,1%). La spesa totale (inclusi i contributi figurativi) è finanziata per il 38,3% dai contributi a carico di imprese e lavoratori e, per il 61,7%, dagli oneri a carico dello Stato. Italiane tornano a fare le colf. Nel 2013 i lavoratori domestici iscritti all’Inps erano 749.840 con una riduzione rispetto al 2012 di 42.858 unità (-5,4% ma con un crollo del 18,4% tra i maschi e un calo del 2,8% per le femmine). Ma se si sconta un calo tra gli stranieri (47.098 in meno con un -7,4%) per i collaboratori domestici italiani si registra un aumento (4.240 unità in più con un +2,8%). Solo il 21% dei domestici è italiano ma in soli due anni la crescita tra le colf nate in Italia è stata del 4%.