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Pescara, 24/11/2024
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Data: 15/10/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Tra Renzi e l’Abruzzo l’amore non è sbocciato. Prima e dopo le elezioni è apparso lontano da D’Alfonso. La mediazione di Luca Lotti

PESCARA Slitta ancora la visita di Renzi in Abruzzo. Il premier, in base a quanto annunciato nei giorni scorsi dai vertici regionali del Pd, nella mattinata di oggi avrebbe dovuto fare tappa a L’Aquila e nella Val di Sangro. Da Roma, in realtà, non sono mai giunte conferme ufficiali, mentre ieri mattina è arrivata la notizia che Renzi sarebbe rimasto a Genova, per seguire da vicino le operazioni post-alluvione. L’abbraccio tra D’Alfonso e Renzi, dunque, è ancora una volta rimandato. Il governatore non deve averla presa bene. Non è un mistero che il «rottamatore» non sia un suo estimatore: nel corso dell’ultima campagna elettorale, Renzi ha girato in lungo e in largo l’Italia, stando bene attento a tenersi alla larga dall’Abruzzo. Nel commentare i risultati elettorali, si è sperticato di lodi per Sergio Chiamparino, che ha vinto in Piemonte, senza mai citare il trionfo di D’Alfonso. Al governatore non è stata concessa neanche la soddisfazione di annunciare il tradizionale sms con gli auguri del premier, che è anche il capo del suo partito. Sono segnali inequivocabili di insofferenza. Secondo i bene informati, Renzi ha mal digerito la candidatura di D’Alfonso: avrebbe preferito altre soluzioni, dal momento che il governatore è ancora alle prese con varie vicende giudiziarie, che qualora non si risolvessero positivamente arrecherebbero un duro colpo all’immagine del nuovo corso renziano. Quando si è trattato di decidere, però, D’Alfonso ha spiegato che, in caso di estromissione, si sarebbe candidato alla testa di altre liste e il premier, fresco di incarico, non se l’è sentita di andare al muro contro muro. Renzi tuttavia non ha apprezzato e ha marcato le distanze, anche perché, da politico scaltro, deve aver ritenuto sconsigliabile spendere la propria immagine per un governatore che rischia una condanna per corruzione. D’Alfonso sta soffrendo la carenza di legittimazione romana ed è impegnato nel tentativo ricucire: appena eletto si è recato a Roma, alla direzione del Pd, dove si è fatto fotografare con Renzi. In seguito ha messo in moto la diplomazia di partito, puntando sui buoni uffici di Luca Lotti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, molto vicino a Renzi e in ottimi rapporti anche con D’Alfonso. Lotti, negli ultimi mesi, ha preso parte a diverse iniziative pubbliche organizzate dal governatore. I risultati, però, tardano ad arrivare: gli annunci e i rinvii, ormai, si susseguono dalla scorsa estate.

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