ABRUZZO. E’ approdata oggi in consiglio regionale una interpellanza sulla chiusura e ridimensionamento delle redazioni locali de Il Tempo ed Il Messaggero.
L’interpellanza chiede al Presidente della Giunta, Luciano D'Alfonso, «d'intervenire con tempestività nell'avvio di un tavolo di approfondimento sulla crisi dell'editoria in Abruzzo, che a breve determinerà la chiusura dell'edizione regionale del quotidiano "Il Tempo" e di un confronto fra le parti interessate al fine di scongiurare- nei limiti del possibile- che il sistema dell'informazione subisca una irreversibile mutilazione».
A presentarla è stato il Consigliere Segretario dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, Giorgio D'Ignazio (Ncd).
Nella sua breve discussione ha spiegato così le ragioni sottese a questo impegno politico per trovare una soluzione che salvaguardi posti di lavoro e pluralità di informazione.
L'interpellanza è stata poi approvata a maggioranza (astenuti i consiglieri del Movimento 5 Stelle).
«Credo che questa risoluzione vada fatta a tutto il consiglio», ha detto D’Ignazio, «E’ un momento particolare quello che conosciamo soprattutto perché sembrerebbe non essere l’unica, le uniche chiusure mi sembra che il Tempo addirittura chiuderà il primo novembre… anche il Messaggero ma anche altre testate importantissime per il nostro territorio regionale. Gira forte questa voce che subiranno ridimensionamenti o chiusura. Questo è la iattura perché sappiamo che la carta stampata rispetto ai quotidiani online è per tutte le fasce di età mentre la lettura on line benchè sia di grande diffusione non è sicuramente possibile per tutte le fasce di età. Dunque è importantissimo. Oltre che per la tutela dei lavoratori per una serie di fattori importantissimi. Oltre quello di dare la possibilità di una lettura dei quotidiani a tutti quelli che non hanno la possibilità di farlo on line. Per questo chiedo di votare questa risoluzione e farla nostra e di essere al fianco di questa categoria e di persone che hanno questa grossa difficoltà e soprattutto per la pluralità dell’informazione».
Poichè il problema -benchè riguardi una azienda privata- può avere ricadute anche pubbliche, sarebbe il caso di schiarirsi le idee.