TERAMO «Conosciamo le norme, ma anche gli obblighi degli enti locali. E se fino ad ora nessuna autorità è intervenuta per interrompere l’uso indiscriminato di pensionati alla guida di mezzi pubblici, che nel solo caso dell’azienda Gaspari rappresentano il 50% della forza lavoro, ciò non significa che non esistano valide argomentazioni per accendere i riflettori su questa incresciosa vicenda». A distanza di alcuni mesi la Filt Cgil torna a puntare il dito contro l’utilizzo di pensionati per i servizi di trasporto svolti dall’azienda Gaspari e nel richiamare Regione e Comuni interessati ai propri doveri, anche morali ed etici, annuncia ulteriori e clamorose iniziative sul territorio nel caso in cui la situazione resti immutata. Iniziative che vedrebbero il coinvolgimento di giovani, disoccupati e studenti. Perché secondo i sindacati, al di là della legittimità o meno dell’utilizzo dei pensionati a bordo degli autobus, resterebbe in ogni caso intollerabile, soprattutto in un momento caratterizzato dalla precarietà e dalla disoccupazione, l’impiego da parte delle imprese di trasporto di personale andato in pensione anticipata proprio in virtù di una normativa che riconosce il lavoro di autista di un mezzo pubblico come lavoro usurante. Ma non solo.
«Quello che vorremmo chiedere ai sindaci di Mosciano e Giulianova, che con estrema leggerezza e frettolosità hanno da un lato assolto l’impresa e dall’altro dispensato il Comune da ogni responsabilità - tuona la Cgil - è se in questi anni abbiano mai cercato di verificare la compatibilità dei cosiddetti settantenni alla guida di scuolabus con i contratti di lavoro e le ore realmente retribuite». Una questione da approfondire secondo la Cgil, così come quella relativa alla verifica del rispetto da parte della stessa azienda Gaspari del capitolato d’appalto in materia di assunzione del personale. «Capitolato in base al quale la stessa impresa - incalza il sindacato - si è aggiudicata per sette anni la gara per l’espletamento del servizio con una contropartita economica superiore ai 4,5 milioni di euro». Ma i Comuni non sono gli unici destinatari del duro attacco del sindacato. Perché nella sua guerra ai pensionati sugli autobus la Filt Cgil lancia un pesante affondo anche alla Regione, rea di «favorire i pensionamenti nelle proprie aziende e poi tollerare che lo stesso personale lavori nelle aziende private». Una questione morale ed etica ancor prima che legale, secondo la Filt, che sottolina come a fronte dell’altissimo tasso di disoccupazione giovanile sia paradossale che si consenta ad ex dipendenti pubblici, titolari di pensioni più che dignitose, di arrotondare le proprie entrate con un altro stipendio. Senza considerare, poi, l’aspetto legato alla sicurezza. «All’azienda Gaspari, che ritiene particolarmente diffusa la pratica dell’utilizzo di pensionati - conclude la Cgil - rammentiamo che in provincia di Teramo, e se vogliamo sull’intero territorio regionale, nessuna impresa che beneficia di contribuzione pubblica comunale o regionale per l’espletamento pubblico, si avvale di tale espediente. Che in realtà, a nostro avviso, nasconde il solo obiettivo di ridurre il costo del lavoro». Da qui l’annuncio di eclatanti azioni di protesta nel caso in cui le amministrazioni pubbliche restino silenti sulla questione.