ROMA Manovra da 36 miliardi di euro, con 18 miliardi di tagli di tasse e 15 miliardi di spending review. La Legge di Stabilità varata faticosamente dal consiglio dei ministri e illustrata con le consuete slides, non conterrà nessun aumento di tasse ma, promette il governo, sarà coperta in gran parte da tagli e dalla lotta alla evasione fiscale. «E’ la più grande riduzione di tasse della storia repubblicana», ha annunciato il premier spiegando un provvedimento dove compare tra l’altro anche la norma del tfr in busta paga. la manovra sarà valutata oggi a Bruxelles . Ieri il portavoce del commissario per gli Affari economici, il falco Jyrki Katainen, aveva avverte che lo sforzo dell’Italia sul 2015 dovrà essere aggiornato con le nuove stime. Renzi è fiducioso: «E’ una manovra solida, segnale di un’Italia forte». La riunione del Consiglio dei ministri, è cominciata alle 20, con un ritardo di due ore in un clima di tensione. Da una parte gli inviti dell’Ue a fare presto e bene all’interno dei parametri, dall’altra la disastrosa giornata dei mercati europei dove sono stati bruciati 276 miliardi e con pessima performance di Piazza Affari crollata del 4,4% e con Wall Street a picco. Una situazione difficile che spiega la difficoltà a varare una manovra che Renzi spera essere «espansiva anticiclica» con la lievitazione sino a 36 miliardi (ben sei in più delle indiscrezioni) con 18 miliardi di tagli alle tasse e 15 di spending review, due in più rispetto agli annunci precedenti. Le entrate previste sono: 11 miliardi dal deficit; 15 dalla spending; 3,8 dall'evasione; 0,6 dalla banda larga; 1 mld dalle slot; 3,6 dalle rendite (2,4 già annunciati) e 1 da riduzione fondi. La lotta all’evasione prevede dunque 3,8 miliardi di entrate. Si tratta dell’impegno che accompagna praticamente tutti i governi della storia repubblicana. Si punterà naturalmente anche sui tagli della spending review per un totale da 15 miliardi ed è così? composta: 2,5 mld dal decreto legge 66, quello degli 80 euro; 6,1 da risparmi dello Stato, 4 da risparmi delle Regioni, 1,2 dai Comuni e 1 da province. L’incognità è però l’aumento delle tasse da parte delle Regioni. Il tfr in busta paga è l’altro punto della legge di stabilità al quale il premier teneva particolarmente per abbinarlo al bonus (trasformato in detrazione) degli 80 euro. Sarà un’operazione a costo zero per le imprese perché le banche che anticiperanno alle imprese le risorse per erogare il tfr in busta avranno la stessa remunerazione che oggi viene garantita al tfr in azienda (1,5% più lo 0,75% del tasso d’inflazione). Le banche su questo hanno dato parere favorevole. Il provvedimento dovrebbe partire a metà del prossimo anno. In ogni caso, fanno sapere all’Abi sta alle banche decidere se partecipare, visto che non è prevista un’obbligatorietà. Tra le novità arriva un forfait per le partite Iva a basso livello di reddito: una riduzione di 800 mln di euro per 900.000 partite Iva sotto i 15.000 euro. Il governo si presenta in Europa con una manovra considerata espansiva e con lo «scalpo» dell’Articolo 18 accogliendo le proposte di Confindustria, aspettando comprensione da Bruxelles per le «circostanze straordinarie. Noi siamo dentro il rispetto delle regole europee per come la Ue le ha spiegate. Se ci sono questioni specifiche comunque rispondiamo» ha detto ancora. «No articolo 18, no contributiper chi assume a tempo indeterminato, no irap su costo del lavoro. Tolti gli ostacoli per assumere #italiariparte» aveva scritto ieri mattina il premier sul twitter. L’obiettivo dichiarato è spingere le imprese ad assumere. Lo Stato dovrebbe farsi carico della copertura del triennio durante il quale le aziende non pagheranno i contributi al lavoratore. Inoltre viene confermato il taglio della quota sul costo del lavoro dell’Irap, altra misura pro-aziende. «Per chi vuole assumere verranno meno tutti gli alibi» ha detto Renzi al termine del Consiglio dei ministri.