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Pescara, 24/11/2024
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16/10/2014
Il Centro
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«Che errore procedere nei lavori della filovia». Montesilvano, la segretaria cittadina Pd, Di Costanzo, critica le scelte di Maragno: «Bisognava sospendere il cantiere in attesa del parere sull’impatto ambientale»
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MONTESILVANO Perché Montesilvano non ha bloccato i lavori della filovia come ha fatto il Comune di Pescara? A chiederselo è la segretaria cittadina del Pd, Romina Di Costanzo, che contesta il comportamento del sindaco, Francesco Maragno, per non aver fermato gli interventi sul tracciato filoviario, nonostante non sia ancora terminata la procedura autorizzativa da parte del comitato regionale Via (valutazione di impatto ambientale). Mentre i lavori sulla strada parco procedono a ritmo serrato, e alla vigilia di un nuovo pronunciamento del Comitato Via, in programma il 30 ottobre, la coordinatrice del Pd torna ad affrontare l’argomento filovia. «In netta controtendenza con la vicina città di Pescara, il cui sindaco Alessandrini, nel dire stop al cantiere ha invocato una «rivisitazione complessiva dell’opera», Maragno ha preferito non prendere una posizione chiara nei confronti di un’opera piena di criticità», sottolinea Di Costanzo evidenziando come non sia ben chiaro neppure chi abbia autorizzato il riavvio dei lavori. «Si può essere a favore o contro la strada parco, in ogni caso cittadini e comitati hanno il diritto di essere ascoltati e i rappresentani delle istituzioni il dovere di rispettare l’iter autorizzativo». Eppure, a Montesilvano, il cantiere è operativo e si sta procedendo alle opere di riqualificazione e pavimentazione stradale che saranno seguite dall’elettrificazione del tracciato. «Così, per fine mese, data di riunione del comitato Via», aggiunge Di Costanzo, «lo stato dei luoghi risulterà sufficientemente compromesso, tale da condizionare pesantemente il giudizio del comitato in considerazione dell’irreversibilità dell’opera. Insomma, mentre Pescara sta facendo le giuste resistenze, Montesilvano, avendo consentito la riapertura del cantiere, si sta esponendo a una grossa responsabilità trattandosi di lavori che, dal punto di vista giuridico, sono illegittimi mancando del titolo ambientale». La coordinatrice del Pd è perplessa anche sulla natura degli interventi, volti a rafforzare il manto stradale e propedeutici all’installazione dei cosiddetti «magnetini», necessari a delineare il tracciato dei mezzi, ma che in realtà riguardano «la colata di cemento intorno ai tombini per evitare che sprofondino». Interventi che, quindi, non garantirebbero la solidità dell’opera per venti anni e che rischiano di inficiare il nulla osta definitivo per la sicurezza e l’avvio dell’impianto. «In queste condizioni, il rischio è di sperperare denaro per un’opera di cui non è garantita la funzionalità e, soprattutto, l’efficienza di collegamento», prosegue, «distruggendo un patrimonio come la strada parco senza dare in cambio un servizio utile di trasporto pubblico funzionale alla collettività».
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