L’AQUILA Scade oggi il termine ultimo per il pagamento della prima rata Tasi, la tassa sui servizi indivisibili. L’aliquota stabilita dal Comune dell’Aquila è pari al 2 per mille sul valore catastale. Oltre ai proprietari di immobili, comprese le prime case, saranno chiamati a versare l’acconto anche tutti gli affittuari e gli assegnatari del Progetto Case, nella misura del 30% sull’importo totale. Una tassa che riguarda anche i proprietari di abitazioni inagibili che, secondo la normativa, dovranno sborsare il 50% del dovuto. Infine, per le abitazioni realizzate dopo il terremoto e non ancora accatastate, si dovrà far riferimento a un valore presunto, in base alle zone di costruzione. Per i cittadini aquilani non sarà facile districarsi in un groviglio di norme e direttive, con il rischio che in molti saranno costretti a versare la Tasi su case crollate o semidistrutte. CASE DI PROPRIETÀ. La Tasi annovera una serie di servizi indivisibili, compresi illuminazione e viabilità. «Il Comune», spiega l’assessore al Bilancio Lelio De Santis, «ha stabilito un’aliquota del 2 per mille sul valore catastale, una delle più basse in regione e in Italia, per ovvi motivi legati alla situazione che vive la nostra città. Non volevamo gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini. Il pagamento del primo acconto riguarda tutti i proprietari di un’abitazione, compresa la prima casa». GLI AFFITTUARI. Un capitolo a parte va aperto per le abitazioni in affitto: in questo caso, fa sapere il Comune, il 30% dell’importo sarà a carico dell’affittuario, mentre il 70% verrà pagato dal proprietario dell’alloggio. «Un’operazione», dichiara De Santis, «volta a favorire affitti equi e regolari, con la possibilità per i proprietari di sgravarsi di parte della tassazione. Risultano ancora troppi gli affitti in nero o a prezzi esorbitanti rispetto a quelli di mercato». CASE INAGIBILI. La normativa nazionale parla chiaro: la Tasi va pagata anche sugli immobili inagibili, seppure in misura ridotta. «Ritengo che questo sia iniquo», il commento di De Santis. «L’amministrazione non ha potuto fare altro che recepire la legge nazionale, che stabilisce nel 50% il pagamento della Tasi sulle case inagibili». Questo significa che all’Aquila si dovrà pagare una tassa sui servizi anche su edifici disabitati da tempo o case crollate. «Abbiamo chiesto al governo di rivedere questa norma, per quanto riguarda l’applicazione sulla zona terremotata», incalza De Santis. «L’Aquila avrebbe avuto bisogno di una detassazione totale, con un trasferimento di risorse dal governo, ma è una battaglia che il Comune non può fare da solo. Serve sinergia. Stiamo aspettando la risposta del governo sulla detassazione degli immobili inagibili. Intanto, faremo slittare il pagamento dell’acconto, per queste categorie, al 16 dicembre». MANUFATTI PROVVISORI. C’è, poi, tutto il comparto delle casette realizzate dopo il terremoto, ma non ancora accatastate. Quasi 2mila quelle regolarmente censite dal Comune, a cui si aggiungono le costruzioni abusive. De Santis è chiaro: «Anche in questo caso, i cittadini sono chiamati a pagare la Tasi, ma non avendo come base di calcolo l’accatastamento, si dovrà fare riferimento a un valore presunto, calcolato in base alla zona dove è stata costruita l’abitazione». PROGETTO CASE E MAP. Come per gli affitti, anche il pagamento della Tasi rischia di diventare un boomerang per il Comune. Agli assegnatari degli alloggi del Progetto Case e dei Map spetta la copertura del 30% dell’importo totale, ma il rischio di evasione è altissimo. «Visti i precedenti, ci aspettiamo che in molti tentino di non pagare», afferma l’assessore, «ma, pur comprendendo le situazioni particolari, non possono essere usati due pesi e due misure. Il Comune sta applicando una norma nazionale che, in assenza di una deroga, tutti dovranno rispettare. Gli evasori, parziali o totali, saranno soggetti a controllo e sanzione, come già è accaduto per gli affitti».