CHIETI Pullman stracolmo, biglietteria a bordo con la carta esaurita e una decina di pendolari rimasti a piedi per mancanza di posti «in piedi». Altro giorno di passione per i pendolari Arpa della linea Chieti-Pescara delle 11,10. Ieri, sul mezzo, partito da largo Cavallerizza, i 28 posti a sedere disponibili erano già tutti occupati e la situazione si è aggravata progressivamente ad ogni successiva fermata. Il pienone si è registrato alla Pietragrossa quando una fiumana di studenti degli istituti superiori ha invaso il pullman. Qualche chilometro dopo alla fermata dell’ospedale, altri passeggeri hanno avuto un bel da fare per guadagnare lembi di spazio in piedi. Il caos totale ha raggiunto l’acme alla fermata dell’università. Gli studenti si sono spinti l’uno contro l’altro per tentare di salire sul pullman. Qualcuno c’è riuscito, ma la maggior parte ha dovuto desistere e rinunciare all’impresa. Una decina sono rimasti melanconicamente a piedi in attesa del bus successivo. Difficoltosa la ripartenza, l’abitacolo del mezzo era talmente pieno che le portiere non riuscivano a chiudersi. Dopo un paio di tentativi con la collaborazione dei passeggeri che si sono ulteriormente stretti tra loro per fare spazio allo scorrimento degli sportelli finalmente si è ripartiti. Impresa impossibile vidimare o acquistare i biglietti. Così si è ricorsi al passamano dai posti in coda a quelli in testa dove è sistemata la macchinetta. Che per un po’ ha funzionato regolarmente. Poi, però, visto l’afflusso eccezionale di passeggeri, si è fermata per mancanza di carta. Un disagio dietro l’altro e la rabbia che sale incontenibile. «Più che un autobus sembra un carro bestiame» sbotta più di un passeggero «sul giornale ho letto la risposta dell’Arpa alle nostre proteste» aggiunge un altro viaggiatore «dicono che su questa tratta sono impiegati bus che possono trasportare fino a 94 persone, 39 posti a sedere e 55 in piedi. Intanto qui, ce ne sono solo 28 a sedere, quindi i conti non tornano. Per un servizio migliore» ha aggiunto «basterebbe scambiare il bus delle 10,30, doppio, ma meno affollato con quello delle 11,10».