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Data: 17/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Trasporto disabili, tagli al servizio. Protestano i genitori del centro diurno dell’Anffas traslocato in periferia

SULMONA Ridotto il servizio di trasporto a chiamata per i disabili del centro diurno gestito dall’Anffas alla zona artigianale. Col nuovo appalto affidato alla cooperativa Nuovi orizzonti sociali i giorni di trasporto garantito arrivano a un massimo di quattro a settimana, rispetto ai cinque di andata e ritorno garantiti fino a luglio. Per gli altri giorni, dunque, le famiglie dovranno arrangiarsi da sole e per questo Emanuela Pasquali, presidente dell’Anffas, ha scritto una lettera al sindaco Peppino Ranalli, all’assessore al Sociale, Enza Giannantonio, e alla cooperativa Nos. Le riduzioni sono partite da questa settimana e sono state comunicate alle famiglie via posta con pochissimi giorni di preavviso. «Così facendo resterà scoperta un’intera giornata andata e ritorno o due mezzi trasporti giornalieri» fa notare Pasquali «dopo aver lamentato la mancanza di locali idonei allo svolgimento delle attività per i nostri ragazzi, la totale assenza di contributi da parte del Comune, dobbiamo assistere ad una sensibile riduzione del servizio di trasporto a chiamata verso il nostro centro diurno. Riteniamo che tale politica, a dir poco scellerata, sia lesiva della dignità delle persone con disabilità». Una decisione che rischia di compromettere il lavoro fatto finora dai 13 ragazzi dai 22 ai 32 anni, che frequentano per tre al giorno il centro. «Le nostre richieste al Comune sono state molteplici, ma tutte inascoltate» denuncia Pasquali «in questo modo riteniamo di non poter più proseguire, sperando di non dover chiudere». Sono diverse le attività svolte dai ragazzi con disabilità motorie o intellettive, la gran parte con autismo. «Ci sono persone che hanno perso il lavoro e che in queste condizioni non potranno permettersi di continuare a portare i loro figli nella struttura» avverte Pasquali «io stessa mi faccio aiutare dai miei suoceri anziani, ma un conto è chiedergli di aspettare mio figlio alla fermata, un altro è andare a riprenderlo».

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