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Pescara, 24/11/2024
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Data: 17/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Un flop la protesta contro il caro-tasse. Scarsa partecipazione all’iniziativa del centrodestra, ma non c’è stata grande affluenza neanche agli sportelli delle Poste

PESCARA C’è stato un afflusso maggiore, ieri, negli uffici postali (16 in tutti la città, di cui 12 aperti mattina e pomeriggio), visto che era l’ultimo giorno per pagare senza ulteriori aggravi la Tasi, la tassa sui servizi indivisibili. Ma niente code estenuanti agli sportelli. Lo ha confermato il direttore provinciale delle Poste, Francesco Polidoro, che ieri pomeriggio ha parlato di «flusso ben gestito», visto anche il piano di difesa organizzato per prevenire l’annunciato «attacco» dei contribuenti. «Vista la scandenza tributaria», spiega ancora Polidoro, «avevamo predisposto che oggi (ieri, ndr) tutti gli impiegati fossero presenti. Qualcuno è stato richiamato anche dalle ferie», fa sapere Polidoro. «Dunque», osserva il direttore provinciale, «c’è stata sì, più gente, ma non vi sono stati momenti critici. Tutto è stato regolare e i tempi di attesa sono stati, nella media, di dieci-quindici minuti». Insomma, i pescaresi che si sono ridotti all’ultimo giorno per pagare la Tasi non hanno dovuto impegnare tutta la mattinata per il tributo da versare. E non sono stati neanche molti i cittadini che si sono soffermati davanti alla protesta contro il caro tasse organizzata dal centrodestra di fronte alle Poste centrali di corso Vittorio Emanuele. «C’è malessere in città», argomenta Marcello Antonelli, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale accusando il Pd di aver impedito l’approvazione del regolamento sulla Iuc nella passata consiliatura «Lì ci sarebbe stata la possibilità di diluire la tassazione, facendo pagare a giugno la prima rata della Tasi», sottolinea Antonelli. Malumori espressi anche da Guerino Testa, ex presidente della Provincia e ora consigliere comunale per Ncd, con un seggio anche nell’assise provinciale. «Oggi, nonostante la temperatura», fa notare, «si inizia il vero autunno caldo dei pescaresi. Vi è stato un aumento indiscriminato della tassazione locale e questa amministrazione si è mostrata sorda e cieca. Sorda», sottolinea, «in quanto i 2 milioni e centomila euro arrivati dal ministero delle Finanze non sono stati presi in considerazione. E cieca poiché non vede come la gente non riesca ad arrivare a fine mese». Una riflessione, poi, Testa la rivolge all’assessore comunale al Bilancio, Bruna Sammassimo, che l’altro ieri si era appellata al «senso civico» della città, per l’ultimo giorno utile del versamento della Tasi. «Se qualche pescarese non pagherà il tributo», rileva l’ex capo della Provincia, «è perché i soldi non li ha». Un’ipotesi ribadita anche dal vice capogruppo di Forza Italia, in consiglio comunale, Vincenzo D’Incecco: «Molti sono proprio costretti nel non pagare. Mentre i ligi», mette in luce D’Incecco, «si priveranno di qualcosa, pur di pagare». «Ora noi abbiamo il triste primato delle aliquote più alte d’Italia», articola invece Carlo Masci, capogruppo di Pescara Futura in consiglio comunale, «mentre quando c’eravamo noi eravamo la città con le aliquote più basse in Italia». Per Lorenzo Sospiri, capogruppo di Forza Italia al consiglio regionale, «si è trattata della tempesta perfetta, vista la concentrazione, in due mesi, di svariati tributi da versare». Ma ieri qualche contribuente si è lamentato di una presunta «disparità di trattamento» tra residenti di diverse zone della città. «Perché», si sono chiesti alcuni cittadini, «tra via Aldo Moro e il centro cittadino, a parità di categorie catastali, si è pagato proporzionalmente di più nella prima? Forse perché in certe zone della città c’è stato un aggiornamento degli estimi catastali e in altre no?».

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