ABRUZZO. «Il presidente D'Alfonso continua ad amministrare l'ente Regione a suo 'uso e consumo' eludendo norme e regolamenti».
Protesta con forza il consigliere regionale Mauro Febbo, presidente della Commissione di Vigilanza che punta il dito contro «l’atto di arroganza» che sarebbe stato formalizzato dal presidente della Regione con la delibera di Giunta del 26 settembre scorso, la numero 606.
Nel documento si stabilisce che a nominare i 3 esperti esterni in materia ambientale del Comitato Via sia il presidente della Giunta («previo avviso pubblico per l’acquisizione dei curricula»), togliendone di fatto la competenza al Consiglio regionale. D'Alfonso ha già annunciato che al posto di Antonio Sorgi, il superdirigente arrestato nell'inchiesta "Re Sole" sarà sostituito dall'avvocato Tommaso Navarra quale esperto del settore e già uno dei "saggi" nominato proprio da D'Alfonso in campagna elettorale.
La decisione, si spiega, è stata presa «per garantire maggiore semplicità e celerità nell’azione amministrativa», uno dei punti sui quali D’Alfonso punta molto con il suo slogan ‘Regione facile’.
«E' clamoroso», batte i piedi Febbo, «rilevare che con l'atto di Giunta del 26 settembre si annulla quanto stabilito dalla Delibera del 5 settembre scorso (la numero 551)».
Quel documento, infatti, attribuiva al Consiglio regionale la designazione dei 3 componenti esterni del Comitato, secondo quanto previsto dall'articolo 5 della delibera di giunta 119/02, richiamata proprio nel provvedimento.
L’esponente di centrodestra definisce quella della giunta «una inspiegabile e assurda marcia indietro». Sull'argomento il consigliere ha presentato un'interrogazione allo stesso presidente D'Alfonso per chiedere se siano legittime la procedura e le modalità di nomina.
«Ritengo questa decisione oltremodo inopportuna - sottolinea Febbo - soprattutto in considerazione degli ultimi accadimenti che hanno interessato proprio il Comitato di coordinamento regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale. Un organismo che ha un ruolo sensibile in una fase in cui la nostra regione si trova a dover affrontare il concreto rischio di veder il suo mare costellato di Trivelle, o Ufo, come preferisce chiamarle il presidente, per non parlare di centrali ed impianti che vengono ritenuti 'strategici' dal Governo Renzi».
Per questo, sostiene l’ex assessore regionale alle politiche Agricole, sarebbe necessario che la scelta degli esperti del Comitato fosse di competenza del Consiglio regionale e quindi fosse «frutto di confronto e condivisione da parte di tutte le forze politiche».
«Lasciare questa incombenza nelle mani del presidente - rileva Febbo - non fa altro che ledere i principi di pluralità e trasparenza. Inoltre la giustificazione di tale decisione - conclude il consigliere di Forza Italia - appare quanto mai debole in quanto motivata solo per 'garantire maggiore semplicità e celerità nell'azione amministrativa'. E' forse questo l'Abruzzo veloce, nel fare marcia indietro, che vuole D'Alfonso?»
Febbo si chiede come mai le associazioni ambientaliste non facciano sentire la propria voce: « è un silenzio assordate, e forse interessato. Si tratta per caso di un atto di acquiescenza al 'padrone' D'Alfonso dopo quello per il calendario venatorio?».