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Data: 18/10/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Grandi rischi, le parti civili chiedono la conferma della pena

«De Bernardinis non ne parliamo per carità, è il portavoce della Commissione, ha sulla coscienza il peccato del brindisi della morte, è il campione dello scarico di energia, è il soggetto che ha reso la dichiarazione finale alla quale abbiamo purtroppo assistito. Ognuno deve rispondere per quello che ha detto».
È un passaggio dell’arringa dell’avvocato di parte civile Attilio Cecchini che, a 89 anni, ha parlato per un’ora di fila nella seconda udienza in Corte d’Appello, argomentando i motivi per i quali i sette scienziati della Grandi rischi vanno condannati anche in Appello. «Nel corso dei cinque giorni dopo la comunicazione della rassicurazione – ha aggiunto - tutti si sono rinfrancati, “questi scienziati sono bravi”, la gente dopo la riunione si tranquillizzò, anche se lo sciame perdurava. Su questa illusoria prospettiva le parti civili abbandonarono la vigilanza che avevano in passato osservato, fino a prima della riunione. I miei concittadini, compreso me, operarono una scelta decisa, deliberata. Ognuno deve rispondere per quello che ha detto. Nell’ultimo paragrafo del verbale si legge “tutti i componenti della Commissione concordano con questa valutazione”. Il messaggio fu sinergico, unitario, condiviso, è unanime. Essi violano la regola cautelare che incombe sulla loro qualità di membri della Grandi rischi, si integrano a vicenda in maniera compatta, se è vero come è vero che furono tutti d’accordo, non abbiamo assistito ad alcun dissenso, a nessuna riserva, forse sette riserve mentali ma non abbiamo percepito che dopo l’irradiazione mass mediatica ci fossero state contrapposizioni. Il coinvolgimento dei sette nel rischio sismico è totale e ciò ha meritato il medesimo comportamento sanzionatorio, tutti rispondono nella stessa misura».
L’avvocato Wania Della Vigna, in rappresentanza dei ragazzi morti nel crollo della Casa dello studente: «Michelone, vittima del sisma, disse a un suo compagno di stanza “non sono morto a Gerusalemme, non morirò all’Aquila”. Agli scienziati non si rimprovera assenza di virtù profetiche, ma informazione incompleta». «Enzo Boschi dice che più che processarlo forse dovrebbero ricoverarlo. E forse era il caso. Perché non lo ha detto nel corso della riunione della Grandi rischi che l’Abruzzo è la regione più pericolosa d’Europa dal punto di vista sismico?», è stato il commento dell’avvocato Antonio Valentini: «I sette scienziati inviati come massimi esperti non fecero nulla di ciò che avrebbero dovuto. Il verbale fu posticcio scritto nel pomeriggio del 6 aprile 2009, mentre si scavava sotto le macerie».

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