PESCARA Autunno caldo per il meteo, caldissimo per i sindacati che anche in Abruzzo hanno avviato una serie di iniziative per mettere in discussione le scelte del governo nazionale e della Regione sui temi della fiscalità, del lavoro, della programmazione economica. Ieri, a Francavilla, il "Jobs Day" della Cisl ha inaugurato una campagna autunnale che si sposterà in tutte le piazze e i luoghi di lavoro della regione. Una mobilitazione - avverte l'organizzazione sindacale - che proseguirà tutto l'anno. I temi centrali sollevati dal sindacato sono quelli legati agli investimenti per l'occupazione, la tutela contrattuale, la politica industriale, le pensioni. Proprio ieri, a Francavilla, la Cisl Abruzzo-Molise guidata da Maurizio Spina ha presentato la sua piattaforma aprendo il confronto con le istituzioni: "Il lavoro non c'è. Sono necessarie urgenti strategie per fronteggiare la crisi e riavviare gli investimenti produttivi".
Anche per la Uil la svolta è lontana. Il Documento di programmazione economica e finanziaria presentato dalla giunta D'Alfonso è giudicato positivo nella proposta: snellezza, riferimento agli obiettivi di Europa 2020, priorità data alla riforma della pubblica amministrazione, ma carente nell'analisi e nei contenuti. Il segretario regionale del sindacato, Roberto Campo riassume così le critiche al Dpfr: "L'analisi della crisi è sbagliata, perché non coglie il gravissimo fenomeno in atto: la divergenza tra Mezzogiorno e Centro-Nord che non vede più l'Abruzzo nella funzione cerniera che aveva a lungo rappresentato. Inoltre manca un pacchetto di misure a breve tempo (autunno-inverno 2014-2015) sempre più urgenti per contrastare la crisi". Altri rilievi della Uil sul Documento di programmazione economica regionale: "Mancata centralità del lavoro, obiettivi occupazionali poco chiari, assenza di strategia di riduzione delle tasse su lavoro e impresa". Quanto ai soldi dell'Europa: "Il Fas, scandalosamente sottoutilizzato fino ad oggi, deve essere impegnato anche per rifinanziare progetti nelle aree di crisi e per integrare i fondi nazionali destinati agli ammortizzatori in deroga". L'organizzazione sindacale vede poi una debolezza di fondo nelle trattative in atto sull'asse Roma-Bruxelles, e rilancia la vertenza Abruzzo: "Dobbiamo reagire al trattamento inaudito che stiamo subendo dall'Europa e dall'Italia con il taglio delle risorse per la nuova programmazione 2014-2020. Avremmo dovuto avere di più - incalza Campo -, in coerenza con il riconoscimento del nostro stato di regione in transizione. E invece abbiamo oltre 200 milioni di risorse in meno".
DI CESARE CONFERMA
Un allarme confermato dal segretario regionale della Cgil, Gianni Di Cesare: "Nel 2015 ci saranno per l'Abruzzo 150 milioni in meno rispetto al 2014". Il dato è ricavato dai tagli alle Regioni applicato dal governo centrale e dalle minori entrate fiscali. Anche la Cgil chiama in causa il governatore D'Alfonso e la sua maggioranza per rivedere insieme alcune questioni aperte, come la compartecipazione ai ticket sanitari e i famosi "50 mila nuovi posti di lavoro" promessi nel Dpefr. Su questo fronte Di Cesare invita a non agire solo sulle Pmi (piccole medie imprese), come è stato proposto, ma anche su altri settori strategici. Smaltimento dei rifiuti, cultura, ricerca, sociale, gestione del territorio, sono gli altri temi sui quali la Regione è invita ad aprire una riflessione con i sindacati.