Sberle e ancora sberle agli aquilani: dopo l’emendamento beffa, non c’è neanche un euro nella legge di Stabilità per la ricostruzione. E come se non bastasse è ufficiale che non sarà più Aldo Mancurti a dirigere l’Unità di missione per il sisma per incompatibilità (visto che è in pensione). Il primo cittadino è provato, ma non intenzionato almeno fino a oggi a gettare la spugna. A fargli paura tuttavia è il silenzio dei cittadini forse inconsapevoli di quanto sta accadendo. «C’è stata una decapitazione completa della governance del terremoto. Non si fa così - lamenta Cialente - Avrebbero dovuto almeno prevedere un periodo di affiancamento, prima di eliminare tutti i vertici senza sostituirli». Il primo cittadino chiede che la città «cominci a farsi sentire democraticamente, c’è troppo silenzio», ribadisce. In relazione alla legge di Stabilità, il sindaco è convinto che un po’ di risorse saranno inserite, come accaduto in passato, attraverso emendamenti, tuttavia sarà impossibile ottenere un miliardo. La battaglia allora va fatta in Europa per il superamento del 3%. Nel contempo martedì a Roma alle 11 una delegazione composta dai rappresentanti istituzionali dell’Aquila e del Pd cittadino incontrerà a Roma il vicesegretario Lorenzo Guerini. Sarà presente all’incontro anche il presidente D’Alfonso per sollecitare un fronte comune per la ricostruzione. In vista anche un summit con il Pd regionale. Insomma, mosse disperate per risolvere una situazione disperata.
LE CRITICITÀ
Il maxi emendamento approvato venerdì peraltro sembra aver peggiorato le cose sotto certi aspetti. Rischiano di andare a casa i precari, visto che i fondi non saranno sufficienti per mantenere tutto il personale. I fondi previsti per l’assistenza alla popolazione lasciano poi un vuoto di un anno. L’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano rileva poi che non si è data soluzione neanche all’atavica questione relativa ai commissariamenti del Tar sui termini per la pubblicazione dei contributi. È un paradosso inoltre imporre ai Comuni di stabilire i canoni per Map e Case, dopo i balconi crollati e gli evidenti difetti di costruzione. Il malcontento non abita solo nel centrosinistra ma serpeggia anche fra l’opposizione. Il capogruppo di Fi in Comune, Guido Quintino Liris, denuncia l’indifferenza del governo nei confronti del territorio che sceglie di lasciarlo morire. Si sta consumando un omicidio lento, silenzioso, disumano. Qualcuno in passato parlava dell’Aquila come di un set cinematografico: mai come oggi sono d’accordo, si sta girando un film dell’orrore». «Caro sindaco Cialente, cari Aquilani, consentiremo di qui in avanti passerelle di rappresentanti del Governo solo successivamente allo stanziamento di fondi certi e consistenti».
Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere Ettore Di Cesare di Appello per L’Aquila: «È la riprova che per questo Governo il nostro territorio non solo non è una priorità, ma non esiste proprio. Altrimenti non si spiegherebbero le zero risorse stanziate e la non immediata nomina del referente governativo al posto di Legnini. È del Pd la maggiore responsabilità di questa situazione».