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Pescara, 24/11/2024
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Data: 20/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Tagli e debiti da saldare ecco il piano della Regione. Risparmi sugli affitti, fusione o cancellazione delle società controllate

PESCARA Se Renzi ce la farà a strappare alle Regioni i 4 miliardi di risparmi richiesti («Tutti tirano la cinghia, fatelo anche voi!»), dove prenderà l’Abruzzo la sua parte di tagli? Cioè circa 80 milioni di euro? E se Chiamparino farà passare la manovra “mitigata” di 2 miliardi, i 40 milioni abruzzesi da dove arriveranno? Un lavoro non facile per l’assessore alla Sanità e al Bilancio Silvio Paolucci, che solo pochi giorni fa ha ottenuto dal governo lo sblocco di 70 milioni come premialità per l’adempienza sui ticket. Ma che contemporaneamente dovrà staccare a fine mese la prima quota della compartecipazione per la riabilitazione, inserita dal 1° ottobre per pazienti e Comuni, ma assorbita interamente, almeno per il 2014, dalla Regione. Nel settore della sanità che assorbe l’85% del bilancio regionale, Paolucci e il commissario Luciano D’Alfonso hanno ancora qualche possibilità di manovra. Innanzitutto sulla spesa farmaceutica, ancora alta rispetto agli standard nazionali, e sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, anche se in questi casi i (magri) risparmi si vedranno nel medio e lungo termine. Quello che è certo, è che sia Paolucci che D’Alfonso puntano ad arrivare al 2015 con le mani libere dal commissariamento, per avere più possibilità di manovra e per ricondurre la programmazione interamente nelle mani della Regione. Una preoccupazione che supera di gran lunga quella dei conti. D’Alfonso lo ha ribadito sabato scorso parlando a Chieti al personale della Asl: «Stiamo portando avanti un lavoro estremamente esigente che ci porterà, presumibilmente entro dicembre, sia a varare la maggior parte delle norme regionali e nazionali che riguardano la nostra macchina amministrativa che ad uscire dal commissariamento della sanità ed alla contestuale conclusione del Piano di rientro». E poi: «Presto partirà una stagione straordinaria di risorse aggiuntive. Inoltre, lo stesso ministero dell'Economia ha appena invitato la Regione ad indicare tre aree sanitarie di rilievo da rendere bersaglio di finanziamento». Non c’è dunque preoccupazione economica? D’altra parte anche Chiodi negli ultimi mesi del suo mandato di commissario ad acta appariva tranquillo sulla storia dei tagli (che già Monti prima e Letta poi avevano annunciato), ma eravamo in zona elettorale. Non è però solo dalla sanità che potranno venire i risparmi. Nel Dpefr (Il Documento di Programmazione economico e finanziario) deliberato dalla giunta il 23 settembre scorso (un record per la Regione, perennemente in ritardo su questo documento rispetto agli obblighi statutari), viene ribadita la necessità di «ridurre la situazione debitoria dell'ente», (1,7 miliardi di euro che la Regione copre staccando ogni anno interessi per 188 milioni) contenendo i costi di finanziamento e di gestione amministrativa. La spending review (proprio così la chiama il documento), riguarderà innanzitutto gli enti, le aziende e le società dipendenti dalla Regione, che andranno revisionati e/o soppressi «sulla base dei risultati di un Piano strategico di dismissione, razionalizzazione, valorizzazione». Fusioni «per omogeneità di funzioni», sono previsti per i trasporti, l'informatica, la gestione delle risorse idriche, l'edilizia residenziale pubblica. Un'altra azione di spending review riguarderà il «riordino e la valorizzazione» del patrimonio immobiliare della Regione (184 milioni di valore, redditività appena 350mila euro), attraverso la redazione di uno specifico piano, e la riduzione dei costi per i contratti di locazione di immobili a uso istituzionale (2 milioni l’anno) e per quelli di fornitura del servizio elettrico. Un altro capitolo della spending review riguarderà il recupero dell’evasione fiscale (per esempio il bollo auto) «anche attraverso la realizzazione dell'innovativa piattaforma per la gestione della fiscalità territoriale prevista nella Strategia digitale». Ma la fetta più grossa dei risparmi arriverà dalla scadenza di alcune cartolarizzazioni. L’anno prossimo la Regione pagherà 25 milioni in meno di interessi, oltre 50 milioni dal 2016, oltre 60 milioni dal 2017. Soldi che potranno rientrare in cassa, a meno che non si decida di ridurre le aliquote fiscali.

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