Autunno caldo per la ricostruzione? Forse. Dopo lo scacco matto del Governo all’Aquila su emendamento e legge di Stabilità il sindaco Massimo Cialente ha chiamato gli aquilani alla mobilitazione democratica. Sui social network qualcuno comincia a indignarsi, ma non basta. C’è chi suggerisce di andare a manifestare alla Leopolda per stanare Renzi che ha snobbato la città. Un’idea che potrebbe non dispiacere al primo cittadino che dopo le ultime vicende sembra aver preso le distanze dal premier. Cialente ha anche elencato una piattaforma di rivendicazione: finanziamenti certi e programmati per completare la ricostruzione; battaglia per il superamento del 3% in Europa; subito, attraverso un decreto legge, la legge per L’Aquila e il cratere; immediato ripristino del nucleo di valutazione; approvazione del regolamento per l’attuazione della legge 181, che comprenda anche il cratere e i Comuni comunque coinvolti, nonché un’accelerazione per l’impiego del 5% per il rilancio economico e produttivo con sblocco della vicenda ormai kafkiana Invitalia - Centro turistico.
Ancora: risorse certe ai Comuni, personale al Provveditorato, la figura certa del nuovo direttore ai Beni culturali, risorse finanziarie dedicate per la gestione di tutti i Map e Case del cratere e del Comune. Ma i cittadini aquilani sono pronti alla crociata? La politica sembra d’accordo almeno sul fatto che non si può restare fermi aspettando la manna dal cielo. Tuttavia come al solito il disaccordo è sulle modalità fra opposti schieramenti. Giorgio De Matteis boccia «le gite fuori porta che non hanno prodotto alcunché fino a oggi». «La verità è che il sindaco è sempre più isolato dal suo partito e la situazione non può essere recuperata con una gita a Roma. Serve invece una trattativa intelligente a Palazzo Chigi. Inutili invece le esternazioni patetiche delle parlamentari Blundo, Pezzopane e la conferenza stampa della Pelino. Ha senso che a interloquire con il Governo sia una delegazione qualificata composta dal sindaco, dal vice presidente Giovanni Lolli e soprattutto dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso che fino a oggi non ha assunto una posizione specifica. Noi con il nostro 40% di consensi siamo pronti a sostenere solo questo tipo di impostazione». Di altro avviso Guido Liris per il quale in questo momento una chiamata alle armi degli aquilani è doverosa: «Visto che Renzi non viene all’Aquila, saranno gli aquilani ad andare a Roma. È necessario lasciare fuori le strumentalizzazioni politiche in questo momento».
«Io non guardo in faccia nessuno - esordisce Giovanni Lolli -. La comunità aquilana viene prima di tutto. Se servirà sono pronto a manifestare contro il governo Renzi, anche se non dobbiamo dimenticare che questo governo ci ha dato oltre 500 milioni aggiuntivi. Inoltre coloro che nel centrodestra ora parlano dovrebbero ricordare quando fecero bocciare il mio emendamento sulla tassa di scopo». Anche Carlo Benedetti è pronto a scendere in campo e coordinare la protesta istituzionale del Consiglio comunale: «Renzi finora è stato deludente, è necessario fare qualcosa».