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Pescara, 24/11/2024
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Data: 21/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Attentato a Bonanni. Scattano tre arresti. Finta bomba contro il sindacalista, presi due francavillesi e un guardiese

CHIETI L’obiettivo era terrorizzare Bonanni, il movente era una sorta di delirio integralista che aveva spinto il capo a collezionare nel pc le immagini choc delle decapitazioni eseguite dai terroristi dell’Is, a detenere armi e a comparire su Facebook con il nome del vice di Bin Laden. Terroristi sui generis, né di destra né di sinistra. Dopo sette mesi d’indagine, la polizia di Chieti, su ordine del gip della distrettuale dell’Aquila, ha arrestato ieri pomeriggio Davide Nunziato, 35 anni di Francavilla, la moglie Valeria Di Stefano, di 30, difesi dall’avvocato Giancarlo De Marco, e Donato Colasante, 21 anni di Guardiagrele, difeso da Graziano Benedetto. Su Nunziato e Colasante pesa l’accusa più grave: minaccia aggravata da finalità di eversione dell'ordine democratico, mentre la donna è indagata per falso, cessione di stupefacenti e violazione delle leggi sulle armi. Era lei che procurava le pistole. Ma è Nunziato, figlio di un ex finanziere gestore di un noto stabilimento balneare in viale Alcyone, l’autore di una telefonata anonima che il 21 marzo scorso annunciava la presenza di una bomba sotto l'abitazione francavillese dell’ex segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. Nunziato è il vicino di casa del sindacalista. Ma quella bomba era solo una minaccia: un contenitore di plastica tenuto insieme con nastro adesivo con bulloni e fili elettrici ma con nessuna carica esplosiva. Nunziato, vecchia conoscenza della polizia, nel gennaio del 2012, in una operazione congiunta con i carabinieri, era stato arrestato perché trovato in possesso di una mitraglietta Skorpion. Per quel reato, patteggiò una pena blanda a Pescara. Ora è in guai più grossi. E’ stato rinchiuso in carcere a Chieti; la moglie, che ha una figlia in tenera età, è stata posta ai domiciliari. E quando ieri è stata condotta in questura, ha urlato a un fotografo: «Che guardi, bastardo!». A Colasante, infine, il provvedimento è stato notificato in carcere dove si trova già rinchiuso da dieci giorni per aver estorto soldi alla madre e alla nonna. A luglio erano scattate le perquisizioni degli investigatori della sezione antidroga della polizia di Chieti, coordinati dal vicequestore, Francesco Costantini, che hanno trovato nascosti sotto un divano, in casa Nunziato, due pistole, un fucile e numerose munizioni. Indagando su di lui gli investigatori hanno scoperto che il francavillese era stato aiutato da Colasante, giovane guardiese con una passione non comune per le armi e per la costruzione di ordigni artigianali, di cui sono state trovate le istruzioni nel suo pc. Gli inquirenti definiscono «ossessiva» l'attenzione dei tre verso Bonanni. Inoltre, grazie a microspie installate nell'auto di Nunziato, è stato scoperto che lui e Colasante, in almeno un'occasione avevano pattugliato le strade di Francavilla alla ricerca di persone di colore alle quali sparare con una pistola soft-air in modo indiscriminato per solo odio razziale. Monitorando poi l'attività sui social network, gli inquirenti hanno scoperto che su Facebook, Nunziato ha un profilo con il nome di Viktor Al Zarqawi, ispirandosi quindi al vice di Bin Laden. L'indagine ha fatto luce anche su altri reati commessi da Colasante, arrestato anche per aver indotto alla prostituzione una minorenne di Guardiagrele, per poter acquistare droga. Solo grazie all’intervento della polizia la ragazzina non è finita sul marciapiede.

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